“San Gennaro è della città”. E’ quanto hanno scritto, in un documento comune, alcuni rappresentanti della Deputazione di San Gennaro e l’arcivescovo di Napoli, il cardinale Crescenzio Sepe firmato oggi al termine di un vertice. E’ il primo incontro tenuto tra l’organismo che governa la Cappella del Tesoro, dove sono custodite le ampolle col sangue del patrono di Napoli, e il presule dopo le polemiche sorte nelle scorse settimane a seguito di un decreto del ministero dell’Interno che di fatto mutava l’assetto di governo della Cappella di San Gennaro. Governo che da secoli spetta alla Deputazione che è un organismo laico. Un incontro avvenuto ad una settimana dalla processione che si terrà sabato prossimo e di quello che viene chiamato il “miracolo” della liquefazione del sangue di maggio. Deputazione e cardinale Sepe, si legge in un documento, precisano che è volontà delle parti di collaborare ed auspicano che il ministero dell’Interno tenga conto della particolarità della Cappella di San Gennaro e “favorisca un epilogo che possa ridare serenità alla città di Napoli, scossa dalle ultime vicende relative alle incertezze alla inerenti alla qualificazione giuridica della Cappella e al governo della stessa”. La Deputazione di San Gennaro, per una bolla di papa Pio XI, “è un ente non ecclesiastico di fondazione e dotazione laicale – si legge ancora nel documento sottoscritto oggi – sorto con beni patrimoniali e di esclusiva fondazione laicale”. Al vescovo diocesano viene attribuita la competenza “esclusiva e inderogabile sulla Cappella per tutto ciò che riguarda l’esercizio del culto espresso dalla fede cattolica, della devozione al Santo Patrono e della coerenza con questi aspetti di ogni attività della Cappella del Tesoro”. L’obiettivo, scrivono Sepe e rappresentanti della Deputazione, deve essere quello “di valorizzare, mediante tutti i mezzi di cui si può oggi disporre, il ruolo che la Cappella da secoli persegue, in sintonia tra la Deputazione, ovvero la Città, e la chiesa diocesana”.

 

 

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