“I rilievi Unesco fatti a gennaio sono da prendere in attenta considerazione”. Così il ministro dei Beni Culturali, Massimo Bray, su Pompei, a margine del Rapporto annuale Federculture. “Il ministero da molti anni fa presente che ha bisogno di duemila unità nella custodia e nella vigilanza”, ma serve anche trasparenza sulle gare.

“L’ultimo concorso è del 2008 – aggiunge Bray parlando della necessità di personale a Pompei – ed è stato fatto per 400 persone: si sono presentati in 139 mila di cui più dell’80% laureati. Forse questa cifra dice molto. Uno dei compiti che mi sono dato – continua il ministro – é mettere il ministero nelle condizioni di maggior trasparenza possibile, per cui si potranno riconoscere i passi che faremo in avanti e anche criticare quelli indietro”. Per il sito di Pompei, continua Bray, occorre “un piano per mettere in atto i cantieri secondo il piano strategico stabilito. Per il lotto dei primi cinque cantieri – dice – da oggi il terzo è in funzione. Gli altri due sono fermi perché c’é bisogno di un’indagine di maggior trasparenza su chi si è aggiudicato le gare. Al più presto verrà varato il bando per la messa in sicurezza del 50% del territorio di Pompei, grazie ad un sistema di videosorveglianza che è un altro dei punti che l’Unesco sottolineava come necessario ed urgente. Adotteremo poi misure capaci di rispettare la sfida di aprire 39 cantieri entro il 2015”.

 

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