SECONDIGLIANO – Stecche di sigarette e l’abbonamento alla pay tv per le partite del Napoli. Il cardinale Crescenzio Sepe non si è presentato a mani vuote all’appuntamento con i detenuti dell’Opg di Secondigliano,

in occasione del pranzo organizzato, per il secondo anno consecutivo, dalla Comunità di Sant’Egidio di Napoli. “Le sigarette sono per i detenuti dell’Opg, le partite per tutti”, ha affermato Sepe per il quale il pranzo di oggi è la prova che “la solidarietà non dura solo un minuto, ma va avanti”. “E’ un modo per dire loro che non sono soli – ha sottolineato – va rispettata la loro dignità perché il fatto che siano reclusi non significa che devono essere esclusi”. Per i 118 internati dell’Opg, la Comunità di Sant’Egidio ha preparato sartù di riso, polpette, contorni e alla fine del pranzo, per tutti sono stati pensati dei regali ‘personalizzati’, per lo più capi d’abbigliamento.

 

Gli Ospedali psichiatrici giudiziari, ha spiegato Antonio Mattone, portavoce della Comunità di Sant’Egidio di Napoli, “dovrebbero chiudere”. “La legge c’é e risale al 2008 – ha precisato – ma manca la volontà di attuarla”. La norma, ha continuato, prevede che gli internati vengano riabilitati oppure accolti in strutture come le case famiglia. “Anche se lentamente si sta facendo – ha detto – ma questo non basta”. L’Opg di Secondigliano, fa sapere il direttore Stefano Martone, è “al limite della capienza”. “Abbiamo 118 internati – ha dichiarato – ma la capienza regolamentare è per 100 persone”.

Nella struttura di Secondigliano, per il responsabile Michele Pendino, psichiatra della Asl Napoli 1, “si sta facendo uno sforzo immane” per l’umanizzazione delle carceri. “Siamo arrivati qui nel novembre del 2008 – ha concluso – e da allora, per esempio, le misure di contenimento sono state azzerate. L’ultima risale al giugno del 2010, poi niente più, a fronte delle 39 circa che avvenivano prima ogni anno”.

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