NAPOLI – Il commissariamento del Trasporto pubblico campano: è questo il grido forte di Assoutenti durante la conferenza stampa, che si è svolta proprio a Napoli nella bella sala di Poste Italiane, per sottolineare la massima attenzione alla crisi del tpl che in questa regione ha assunto dimensioni allarmanti.
“La situazione non è più governabile e il tpl campano rischia di finire nella spazzatura e dunque come si affrontò quella emergenza, ora va affrontata questa con un unico commissario ad acta del tpl campano che possa operare per la sua ricostruzione” dichiara Mario Finzi Vice presidente Assoutenti.
Il commissariamento verrà chiesto al Governo se tra due mesi la situazione campana rimarrà invariata.
Nel contempo Assoutenti dichiara a chiare lettere la indisponibilità a questo gioco al massacro tra regione, comune, aziende, consorzi, ecc. ove non vorremmo, e ci opporremo in tutti i modi, si arrivasse allo smantellamento della Tariffa Integrata….
Da Napoli (alla conferenza stampa hanno preso arte Massimo Ferrari responsabile nazionale Assoutenti trasporti, Melania Capasso, delegata regionale e Antonio Di Gennaro Delegato provinciale) parte anche una proposta di modifica alla legge di stabilità che tuteli la socialità del servizio e nel contempo valorizzi produttività e efficienza con una forte integrazione modale tra ferro e gomma.
Il sistema di trasporto pubblico locale italiano,infatti, è sull’orlo del collasso a seguito dei reiterati tagli lineari che, prescindendo da ogni logica di efficacia ed efficienza, anche la legge di Stabilità ormai prossima al varo rischia di imporre indiscriminatamente a tutte le Regioni (virtuose e non).
Le situazioni di gravissimi disservizi che si sono manifestate ovunque, dalla Campania alla Lombardia, dal Piemonte al Lazio, dalla Liguria alla Calabria, nelle ultime settimane (corse cancellate, pesanti ritardi, errori gestionali, aziende sull’orlo del fallimento e minaccia di rinunciare anche alle poche integrazioni tariffarie esistenti in una logica del “si salvi chi può”) sarebbero solo l’avvisaglia di ciò che si paventa fin dal prossimo gennaio, se non vi saranno gli auspicati correttivi che tutte le Regioni italiane hanno richiesto al Governo.
A rischio non è tanto il federalismo che in Italia non è mai decollato, ma lo stesso principio del servizio universale, ossia la possibilità di fruire di livelli anche minimi di prestazioni a tutela del diritto alla mobilità di tutti i cittadini, che hanno già ampiamente pagato, sia come fruitori che come contribuenti.
Assoutenti/Utp (Ass. Utenti del Trasporto Pubblico) ha avanzato alcune proposte di emendamento che, pur a saldi invariati, mitigherebbero l’impatto devastante della manovra finanziaria in preparazione:
- Ci preme tutelare il patrimonio ferroviario nazionale, minacciato dalla chiusura di linee regionali (già manifestatosi in Friuli, Abruzzo, Campania, Calabria, Sicilia e, soprattutto, in Piemonte, dove dal giugno scorso risulta chiuso al traffico il 24 per cento della rete, pari a circa 600 km), il cui costo di esercizio è meramente marginale rispetto alle spese ed agli sprechi (che ancora si celano nel settore).
- Occorre imporre ad Rfi di garantire la manutenzione delle linee su rotaia che Trenitalia intende abbandonare, in attesa di eventuali aggiudicazioni ad altri operatori italiani o esteri che presentassero offerte più vantaggiose.
- Inoltre vanno salvaguardati i servizi ferroviari interregionali, tenuto conto che esistono forti flussi di traffico (pendolari e non) tra regioni contigue (esempio: tra Napoli e Roma o tra Genova e Milano) che non possono essere assicurati unicamente dalle Frecce, sia per ragioni di costo dei biglietti e degli abbonamenti, sia per l’esigenza di servire anche importanti località intermedie, altrimenti prive di collegamenti.