AFRAGOLA -. Afragola e il riutilizzo dei beni confiscati. Se ne è parlato nel pomeriggio di giovedì 12 aprile, presso la biblioteca comunale cittadina nel corso del convegno “Educhiamoci alla legalità”, incontro promosso dal presidio Libera di Afragola-Casoria che ha registrato una folta presenza di pubblico soprattutto giovane composto da molti studenti e dalla locale compagine scout. Lavori aperti con i saluti della referente di Libera Afragola-Casoria, Maria Saccardo, che ha espresso viva soddisfazione per la grande risposta di presenze all’incontro, che a poco più di un anno dall’apertura del presidio, giunge per fare il punto sulle azioni intraprese fino ad oggi dai responsabili del presidio e su come organizzarne il prosieguo.
Moderato da Marco Di Caterino, giornalista del Il Mattino da sempre impegnato nel raccontare le complessità della provincia napoletana, il convegno ha visto la partecipazione di ospiti di assoluto rilievo nel panorama della lotta alla criminalità organizzata. A partire da don Tonino Palmese, referente di Libera Campania, che ha affermato «quest’incontro è molto importante, non perché siamo qui, noi rappresentanti di Libera e delle istituzioni, ma perché ci siamo tutti, perché questo essere presenti qui oggi rappresenta il presupposto fondamentale nell’attività di contrasto alla criminalità che è la condivisione di valori, testimonianze ed esperienze necessari alla formazione di una sana coscienza civica e responsabile della cittadinanza». Parole quelle di don Tonino, che trovano eco in quelle di Marco Del Gaudio, magistrato della DDA di Napoli che attraverso il suo monito: «io non vengo per portare informazioni, ma per chiederne a voi» pone l’accento sulla crisi che attanaglia la magistratura quando viene a mancare il sostegno della società civile. «Imprenditori che preferiscono la denuncia alla connivenza, gente comune disposta a fornire informazioni, infatti, sono elementi che potrebbero semplificare notevolmente quell’azione antimafia che troppo spesso è costretta a scontrarsi contro un muro di omertà che la rende debole e onerosa sotto il profilo sia dell’impegno che economico, e che spesso presenta conti salatissimi anche e soprattutto in termini di vite umane». È il caso di Pio La Torre, storico esponente del PCI siciliano, ideatore della legge che oggi porta il suo nome (Legge Rognoni-La Torre) con cui si introduceva il reato di associazione mafiosa e della norma sulla confisca dei beni ai mafiosi. «Figura – ha ricordato Davide Pati, responsabile dell’ufficio nazionale beni confiscati di Libera – che proprio oggi, a trent’anni dall’assassinio avvenuto il 30 aprile del 1982, ha ricevuto la medaglia d’oro al valore civile, e che celebra i grandi risultati ottenuti grazie all’evoluzione di quella legge 109/96 di cui oggi si raccolgono i frutti anche oltre il territorio nazionale grazie all’opera di Franco La Torre, figlio di Pio, che attraverso l’associazione Flare (Freedom legality and rights in Europe) ha innescato un circuito di riutilizzo dei beni confiscati ai fini sociali in tutta Europa». Il pomeriggio si è concluso con l’intervento del vicesindaco di Afragola, Antonio Pannone, che ha ricordato gli importanti traguardi raggiunti dall’amministrazione in termini di recupero di beni confiscati citando l’area adiacente l’IKEA sulla quale è stato avviato un progetto per la realizzazione di un centro polifunzionale di recupero animali. Dopo i saluti di Geppino Fiorenza, referente di Libera Campania, i lavori sono stati chiusi con la lettura da parte di Gianmarco, giovanissimo studente afragolese, di “Paolo Borsellino essendo Stato”, documento scritto dal regista napoletano Ruggero Cappuccio, che ha emozionato la platea che in religioso silenzio ha ascoltato le parole pronunciate in ricordo del grande magistrato simbolo della lotta alle mafie, e del quale proprio il prossimo 19 luglio ricorre il ventennale dell’uccisione nella strage di Via D’Amelio.
Vincenzo Viglione