Anche per il 2023 tuffi negati nel mare di San Giovanni a Teduccio, quartiere nella zona orientale di Napoli, dove da tempo vige il divieto di balneazione. Se l’acqua di Pietrarsa è “scarsa” non va meglio per il tratto della spiaggia delle industrie che è altrettanto interdetto. Così due chilometri e settecento metri della costa di Napoli Est sono negati ai cittadini e ai turisti. La decisione arriva dal Comune di Napoli che, come ogni anno, ha individuato i posti in cui è possibile fare il bagno e quelli in cui è formalmente vietato. In particolare, per la stagione balneare 2023 è proibito accedere ai 929 metri delle acque ai piedi della passeggiata a mare e del museo ferroviario di Pietrarsa. A questi si aggiungono i 1.776 metri che corrono dall’ex depuratore di via Boccaperti fino ai ruderi dell’ex Corradini. Si include, quindi, il mare che bagna la cosiddetta “spiaggia delle industrie”, conosciuta da molti come “spiaggia del municipio”, e quello davanti ai fatiscenti capannoni dell’ex fabbrica di San Giovanni. Tali acque sono vietate perché considerate «non adibite alla balneazione e permanentemente vietate», come evidenziato da una delibera della giunta regionale di marzo 2023. L’atto di Palazzo Santa Lucia ha fissato anche il calendario della rete di monitoraggio: a Pietrarsa, infatti, ci saranno controlli dell’ArpaC a partire dal 26 aprile fino a settembre così da verificarne le caratteristiche. Le acque negate «possono essere nuovamente destinate alla balneazione a fronte del primo esito analitico favorevole» purché siano documentate «le misure adottate per impedire, ridurre o eliminare le cause di inquinamento», si legge nell’ordinanza del Comune di Napoli. Nel caso specifico l’inquinamento dello specchio di mare di Pietrarsa è dovuto allo scarico nei pressi del secondo vico Marina. Non l’unico scarico nel mare di Napoli Est: stando alla mappa dell’agenzia regionale ArpaC, aggiornata a marzo 2023, sono sei quelli privi di depurazione che sversano nelle acque di San Giovanni a Teduccio tra cui il canale Sannicandro, all’altezza dell’ex impianto di depurazione, e il collettore di Volla/alveo Pollena posto al confine della “spiaggia del municipio”. A essere negato è, ad oggi, anche l’arenile di San Giovanni. Difatti, le diverse spiagge sono chiuse al pubblico per la necessità di effettuare analisi e prelievi previsti dal recente accordo per le bonifiche delle aree del SIN “Napoli Orientale”. Agli interventi già effettuati sulle spiagge di Napoli Est segue l’analisi di rischio utile a consentire la fruizione in sicurezza degli spazi in vista della prossima stagione estiva. Se ne occuperà l’ArpaC su richiesta del Comune di Napoli che ha impegnato la somma di 4.800 euro, così come deciso nei giorni scorsi dalla giunta guidata da Gaetano Manfredi. Conoscere lo stato di salute della costa orientale è fondamentale per programmare i prossimi interventi da mettere in campo per rigenerare spazi pubblici da tempo degradati e sottratti all’utilizzo collettivo. Dalla riqualificazione dell’ex Corradini alla bonifica e alla riconversione dell’ex depuratore dove si intende realizzare una bellissima terrazza a mare con verde e spazio per l’intrattenimento così da recuperare il rapporto tra il quartiere e il mare da tempo spezzato.