Diffide per adempiere all’obbligo vaccinale della terza dose per il personale sanitario: sono migliaia le lettere inviate nelle ultime settimane dai vari Ordini professionali ai propri iscritti medici, infermieri, tecnici, psicologi, veterinari, biologi che non risultano in regola. Centinaia le sospensioni già scattate in in attesa della documentazione che attesti il diritto all’esenzione o al differimento della dose booster. La legge è entrata in vigore a metà dello scorso dicembre e per i camici bianchi, a differenza del resto della popolazione, prevede che il terzo richiamo antiCovid sia effettuato entro 150 giorni dalla conclusione del primo ciclo di immunizzazione. I controlli sull’adempimento sono passati dalle Asl agli Ordini professionali. Questi ultimi a causa del mancato aggiornamento della piattaforma nazionale finora non allineata con i dati contenuta in quella regionale, hanno incrostato notevoli difficoltà a verificare il dato relativo ad esempio agli iscritti contagiati che in quanto tali possono rimandare di cinque mesi la dose booster. Così anche per la verifica delle esenzioni per patologia o i differimenti per altre cause. Solo di recente Sogei che a livello nazionale gestisce l’anagrafe ha annunciato un progressivo allineamento dei dati. Nè in questi casi può far fede il green pass che viaggia su una corsia separata e ha una durata differente rispetto ai tempi dettati dall’obbligo. Risultato: una pioggia di diffide, centinaia di procedure di sospensioni decine e decine di revoche delle procedure disciplinari. Dopo un lungo lavoro istruttorio sono ad esempio partite solo questa settimana, al ritmo di 150 al giorno, le prime 300 lettere di diffida ai medici iscritti all’Ordine di Napoli e provincia guidato da Bruno Zuccarelli. Inviti a rispondere, entro 5 giorni, per documentare il proprio stato vaccinale e dunque far valere l’eventuale diritto all’esenzione o al differimento della dose di richiamo. Allo stato attuale, dopo l’esame di 2.500 posizioni dubbie ne risultano circa mille per i quali non è stato possibile accertare l’adempimento dell’obbligo.
Attenzione, non si tratta di medici no vax bensì, nella stragrande maggioranza dei casi, di dottori che hanno un green pass ancora valido ma che hanno superato i tempi massimi per la terza dose. La variante Omicron ha colpito circa il 30 per cento dei sanitari, spesso in maniera asintomatica, e il contagio spesso non è stato registrato in piattaforma. Va dunque certificato e allegato agli atti. Tra una decina di giorni sarà possibile stilare il bilancio finale. Anche gli altri Ordini di area sanitaria sono da settimane impegnati in questo complesso e certosino lavoro di verifica. Controlli incrociati, diffide, sospensioni e reintegri sono in corso per gli infermieri: da circa 800 posizioni dubbie la diffida è arrivata per 320 di essi e si attendono controdeduzioni senza le quali scatteranno altrettante sospensioni dall’Ordine guidato da Teresa Rea. C’è poi l’Ordine delle 19 professioni sanitarie di area tecnica partito da una platea di 2500 iscritti che a fine dicembre risultavano non in regola. Platea poi ridotta a circa 600 diffidati e poi sospesi. Attualmente l’Ordine capeggiato da Franco Ascolese ha ridotto a 217 l’elenco dei destinatari di un provvedimento di sospensione. Le lettere di diffida sono partite due giorni fa anche dall’Ordine degli Psicologi: il presidente Armando Cozzuto da 2600 iscritti finiti sotto la lente un mese fa ha drasticamente ridotto la platea a circa 600 iscritti da diffidare. «Con l’allineamento dei dati in piattaforma – avverte – stimiamo che tra esenzioni e differimenti solo il 10%, massimo il 15%, potrebbe non sanare la propria posizione». Un centinaio di iscritti da sospendere per inadempienza dunque. Per i veterinari le lettere inviate sono 105, le sospensioni in atto 55 ed i reintegri ad oggi 13. «Ovviamente è tutto in divenire – spiega il presidente Luigi Navas – la piattaforma nazionale si aggiorna ogni 24-48 ore». Infine i Biologi: in tutta Italia i sospesi sono 5 mila su 54 mila iscritti, in Campania ne risultano circa 10 mila di cui 800 a Napoli. Anche in questo caso si attendono i certificati per evitare la tagliola della sospensione.