Poco più di dieci giorni. Sono quelli di vantaggio che, calendario alla mano, l’Italia pensava di poter ancora vantare rispetto al resto d’Europa su Omicron. O almeno sarebbero quelli restanti in base alla previsione fatta dal premier Mario Draghi nei giorni scorsi. In realtà però, ora le cose stanno in maniera un po’ diversa. Anche solo rispetto a sette giorni fa infatti, la variante sembra aver preso a galoppare ad una velocità maggiore del previsto. Dai 55 casi registrati in tutta la Penisola dall’Istituto Superiore di Sanità venerdì mattina, si è passati agli 84 comunicati ieri. E questo chiaramente spaventa, specie con il Natale alle porte. A partire dalla settimana prossima infatti, milioni di italiani si ritroveranno, al chiuso, per scambiarsi gli auguri. Il rischio è che ogni visita, cenone o festa diventi un potenziale focolaio, aumentando i contagi ben oltre la «forte crescita» già registrata dal report dell’Iss di ieri. Un’impennata che ha inevitabilmente spinto Draghi a convocare per giovedì, il 23 dicembre, la cabina di regia anti-Covid del governo. Una riunione che è chiara anticipazione di un Consiglio dei ministri in cui, proprio valutando la rapida evoluzione epidemiologica in corso, si arriverà con ogni probabilità a nuove misure. Non a caso infatti, il ministro della Salute Roberto Speranza ha annunciato per domani la nuova flash survey sulla variante. Ovvero l’indagine rapida che, scegliendo un giorno casuale per non inquinare il campione, sequenzierà i tamponi positivi raccolti in tutto il Paese in modo da ottenere indicazioni precise sulla presenza di Omicron. Lo 0,2% risultato dall’ultima analisi di questo tipo condotta (risalente però al 6 dicembre), non è un dato affidabile su cui basare un’eventuale nuova stretta. Specie perché il periodo alle porte, con le festività natalizie, è probabilmente quello più caratterizzato dalla socialità in ambienti chiusi per gli italiani.
La nuova indagine, i cui risultati secondo fonti del ministero della Salute non arriveranno proprio prima di giovedì – e quindi in tempo per una cabina di regia “in extremis” rispetto alle feste – cercherà di fotografare in maniera più accurata a che punto siamo. Già consapevoli però che la situazione sta ormai rapidamente precipitando in tutta Europa (da oggi i Paesi Bassi tornano in lockdown) e che, appunto, il vantaggio italiano è ormai solo illusorio. «La presenza della variante Omicron era largamente attesa – precisa il presidente dell’Istituto superiore di sanità e portavoce del Comitato tecnico scientifico (Cts) Silvio Brusaferro – in linea con quanto osservato anche negli altri paesi, ed è probabile un aumento dei casi nei prossimi giorni».
D’altronde i dati diffusi dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) non lasciano grande spazio a repliche. Secondo i primi studi considerati affidabili, il tempo di raddoppio di Omicron è pari ad un valore compreso tra 1,5 e 3 giorni. Cioè, nel migliore degli scenari, le nuove positività da variante raddoppiano ogni 72 ore. Un dettaglio non da poco se si ragiona sul fatto che Delta, la mutazione oggi dominante, per raggiungere lo stesso obiettivo aveva bisogno di circa 10 giorni. A testimoniarlo proprio l’aumento dei casi italiani. Un’impennata comunque non ancora omogenea sull’intero territorio nazionale (anche se in realtà sequenziamo, cioè analizziamo, pochissimi casi e quindi fatichiamo a identificarli come Omicron) e che dunque fa sperare che ci possa essere ancora qualche speranza di frenare l’andamento dei nuovi casi almeno in qualche territorio. Tant’è che le 84 segnalazioni registrate ieri sono arrivate nella maggioranza dei casi da Lombardia (33) e Campania (20), ma in generale la variante è segnalata in 13 regioni (Lazio 8, Puglia 7, Veneto 5, Piemonte e Emilia Romagna 2, Abruzzo, Calabria, Liguria, Sardegna, Sicilia, Toscana 1) e nella provincia autonoma di Bolzano (1).Il tassello mancante in questo momento, è la reale comprensione della pericolosità di Omicron. E cioè quanto e se conduce negli ospedali con frequenza maggiore rispetto a Delta, e soprattutto in quali condizioni. «Sono necessari più dati per comprendere il profilo della gravità» e se i vaccini attuali siano efficaci spiegano ancora i ricercatori dell’Oms. In ogni caso la guardia resta alta, perché la statistica non mente. E se i nuovi contagi continueranno a crescere a questo ritmo (ieri erano oltre 28mila, 7mila in più di sabato 11 dicembre), tra 2 o 3 settimane lo faranno in maniera significativa anche i ricoveri.