BARONISSI – I buoni esempi viaggiano con la Carovana Antimafia. E, fra i tanti raccolti in giro per l’Italia, le buone pratiche di Baronissi nel riutilizzo dei beni confiscati alla camorra: alla frazione Acquamela tre appartamenti dell’ex clan Forte (affiliato alla Nco di Cutolo) trasformati in casa-rifugio per donne vittime di violenza e sede dell’Accademia dello Spettacolo, un quarto alla frazione Antessano, da assegnare a breve ad altre due associazioni del territorio che operano nel sociale.
Palloncini levati al cielo come piccioni viaggiatori con un messaggio di fiducia da consegnare. “Manifesti” con i teenager-pensieri scritti dagli studenti di Medie e Superiori, performance teatrale in chiusura per gli allievi dell’Accademia dello Spettacolo di Gaetano Stella.
Tutto accade negli stessi istanti in cui rimbalza sulle agenzie di stampa nazionali la notizia degli otto arresti per la Strage di Capaci, a più di vent’anni dal tragico attentato in cui perse la vita Giovanni Falcone, la moglie e tre agenti della sua scorta.
«La Campania è la seconda regione d’Italia per numero di beni confiscati alla criminalità – sottolinea il portavoce della Carovana Antimafia – ma occorre fare di più per dare a questi beni una seconda vita. Com’è accaduto qui a Baronissi».
Carica di simbolismo, l’avamposto scelto dai carovanieri per la tappa di Baronissi.
«Lo scopo della Carovana – ha aggiunto il portavoce – non è solo quello di denunciare le situazioni critiche che emergono nei territori attraversati, ma anche quello di portare solidarietà e rendere visibili le tante esperienze positive di lotta alle mafie, alla corruzione, al malaffare che esistono in Italia».
«Siamo felici che la Carovana abbia scelto di fermarsi a Baronissi – hanno dichiarato il sindaco Giovanni Moscatiello e l’assessore alle Politiche Sociali Carmen Roma – basta fare un monitoraggio nazionale sul concreto utilizzo dei beni confiscati alle mafie per rendersi conto che sono ancora pochi i posti in cui il bene viene convertito a fini sociali e restituito alla comunità in tempi ragionevoli. Baronissi è sicuramente uno di questi, considerata la tempistica che ha scandito la procedura di riconversione. E a breve, ci sarà anche un altro appartamento che sarà destinato a fini sociali, alla frazione Antessano».
Uno dei locali nelle disponibilità del clan Forte è diventato rifugio per tante donne schiave della prostituzione o vittime di violenza. Un modello che la Carovana Antimafia intende portare con sé nel lungo viaggio composto da circa 120 tappe di un viaggio che durerà 79 giorni e che si concluderà il 6 giugno con eventi a Milano, e in contemporanea Firenze e Roma, per ricordare le stragi di mafia avvenute in quelle città 20 anni fa.
«Il centro d’accoglienza Alessia è un progetto importante che ha restituito non solo un bene materiale alla comunità, ma soprattutto ha ridato una vita alle tante ragazze vittime di violenza», ha spiegato l’assessore alle Politiche Sociali Carmen Roma. E aggiunge: «Sulla violenza in particolare abbiamo accresciuto il livello di guardia e di sensibilizzazione perché è un nervo scoperto della società, purtroppo».
Il tema dell’edizione 2013
Per molte persone, impoverite dalla crisi economica e senza nessuna prospettiva di futuro, diventa sempre più difficile resistere al richiamo dei facili guadagni promessi dalla criminalità organizzata realizzabili con comportamenti che violano le regole. La scommessa è quella di far capire che una società con alti livelli di illegalità è una società in cui aumentano le disuguaglianze sociali, cresce l’impoverimento, diminuiscono le opportunità per tutti, a partire dai giovani.
Ogni anno le attività illegali (mafie, evasione fiscale e corruzione) sottraggono circa 500 miliardi di euro alle economie legali e quindi ai cittadini onesti. Un costo enorme che ricade sull’intera collettività, aggrava i costi della crisi, compromette le possibilità di sviluppo. Questo il messaggio che la Carovana, nel suo lungo viaggio, cercherà di veicolare in tutti i luoghi che visiterà, animandoli con iniziative che solleciteranno la partecipazione attiva di tutti.
I carovanieri saranno i narratori, la memoria storica di questa impresa attraverso i diari di bordo giornalieri, gli album fotografici, i video realizzati.