Il mondo della scuola, il grande sconosciuto che però, in un modo o nell’altro, ciascuno di noi incrocia quotidianamente sulla propria strada, perché è frequentato al proprio figlio, nipote, amico o perché qualcuno ci lavora, desta sempre tantissime attenzioni. Non parliamo, poi, quando si tocca il tasto dei docenti precari. Parliamo di migliaia e migliaia di giovani, e meno giovani, che tentano di inserirsi in questo mondo lavorativo, bellissimo e delicato che, però, si prospetta come un vero e proprio percorso ad ostacoli dove, le regole cambiano in corso di gioco, anzi, in continuazione. Il clima si infiamma maggiormente al momento dell’apertura della fase di aggiornamento delle graduatorie provinciali per le supplenze (GPS) che, per il biennio 2024-2026, è iniziata appunto da pochi giorni e terminerà il prossimo 10 giugno. In questo clima incandescente, oltre 250mila docenti precari stanno vivendo un momento di forte preoccupazione a causa del provvedimento adottato dal Ministero dell’Istruzione (in basso il link della missiva inviata in redazione). In particolare, sono praticamente in rivolta per chiedere un intervento immediato al fine di modificare la tabella di valutazione dei titoli relativa alle graduatorie del sostegno (ADSS e ADMM). Ma perché tutto questo clamore? Per chi non molta dimestichezza con il mondo della scuola, le graduatorie (GPS) sono liste che determinano quali docenti vengono chiamati per primi a coprire i posti vacanti. I punteggi in graduatoria sono cruciali: anche un solo punto in più o in meno può fare la differenza tra ottenere una cattedra o rimanere senza lavoro. Questo sistema, apparentemente semplice, diventa complesso quando si aggiungono nuovi titoli e abilitazioni. Ecco l’argomento del contendere. Nel 2023, un decreto ha introdotto nuovi corsi abilitanti per gli insegnanti, con diverse durate e requisiti. I più brevi e facili da completare (per gli addetti ai lavori sono meglio conosciuti con il nome di 30 CFU) sono stati avviati rapidamente. Tuttavia, questi corsi non sono stati attivati solo per alcune materie di insegnamento, non per tutte e questa situazione ha creato una vera e propria disparità tra i docenti. La situazione, poi, si è aggravata maggiormente quando una recente ordinanza del Ministero ha deciso di attribuire fino a 36 punti ai docenti che hanno completato questi corsi. Questi 36 punti sono validi per la graduatoria della materia da insegnare, ma anche per il sostegno agli alunni con disabilità. Questo ha causato un effetto domino devastante: i docenti che hanno seguito questi corsi hanno ottenuto un punteggio molto alto, superando colleghi con anni di esperienza nel sostegno. Questo cambiamento ha un impatto diretto sugli studenti con disabilità, che rischiano di perdere la continuità didattica con i loro insegnanti di sostegno. Gli alunni con bisogni speciali hanno bisogno di docenti stabili e dedicati, ma con il nuovo sistema, molti insegnanti specializzati rischiano di essere scavalcati da colleghi meno esperti nel sostegno, solo perché hanno un punteggio più alto grazie ai nuovi corsi. Proprio per questo motivi i docenti precari chiedono che il Ministero sospenda la valutazione del percorso da 30 CFU per le graduatorie del sostegno. Questo per garantire equità e giustizia, evitando che i più fragili, ovvero gli alunni con disabilità, paghino il prezzo di una gestione iniqua delle graduatorie. La speranza è che il Ministero ascolti queste richieste e apporti le necessarie modifiche per tutelare sia gli insegnanti che gli studenti. In sintesi, la situazione richiede un intervento urgente per correggere le distorsioni create dalle recenti decisioni, garantendo un trattamento equo per tutti i docenti e una qualità educativa stabile per tutti gli studenti, in particolare quelli con bisogni educativi speciali.

Pasquale Ragozzino

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