È corsa al vaccino per i più piccoli. Al termine del primo giorno di prenotazione si contano circa 150 mila bambini fra 5 e 11 anni che già conoscono data e ora della loro somministrazione. Poiché questa fascia d’età comprende 3,5 milioni di bimbi si può dire che ieri (ma Lombardia, Campania, Piemonte e Toscana si sono messe in moto prima) è partita una sorta di gara fra molte famiglie a chi vaccina prima i propri bimbi. Perché? La ragione è semplicissima: i bambini che saranno vaccinati con la prima dose nei prossimi giorni saranno sicuramente protetti meglio nel periodo di Natale, quando fatalmente incontreranno molti familiari più grandi, perché gli anticorpi hanno bisogno di alcuni giorni per formarsi. Non solo. I bambini vaccinati per primi potrebbero tornare a scuola il 10 gennaio anche con la seconda dose (che viene iniettata a 21 giorni di distanza dalla prima) e dunque dovrebbero contribuire a ridurre il numero di contagi nelle classi delle elementari oltre, naturalmente, a comprimere moltissimo i rischi di contagio per sé e per i familiari più stretti. Tutta la giornata di ieri è stata scandita da un pioggia di cifre sulle baby-prenotazioni che le Regioni hanno reso noto un po’ tirando un sospiro di sollievo e un po’ per spingere altre famiglie a non perdere tempo.

La Regione Lazio ha aperto le prenotazioni per gli under-11 alle 16 e un paio d’ore dopo ne contava già 19 mila. In Lombardia gli appuntamenti fissati sono stati oltre 40mila in due giorni. In Emilia Romagna sono 7.600. In Campania 3.300. In Puglia 82 scuole si trasformeranno in altrettanti hub vaccinali. In Sicilia sono stati attrezzati 65 punti ad hoc in tutte le province. Ieri mattina hanno anticipato tutti i loro coetanei i bambini del personale americano in servizio presso la base militare Usa di Camp Darby, a Tombolo, tra Pisa e Livorno. E del resto negli Stati Uniti sono già stati vaccinati quasi 5 milioni di bambini senza registrare reazioni avverse importanti. Anche il Lazio ha deciso di anticipare al giorno 15 alcune vaccinazioni per bimbi pressolo Spallanzani e altri 8 centri vaccinali. Il ministero della Salute ha precisato che i bambini sotto i 12 anni sono esenti dal Green pass per accedere alle attività e servizi per i quali la certificazione è necessaria.

Sul tema della vaccinazione tra i bambini è intervenuto anche il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, parlando da Expo 2020 Dubai: «Si faccia con fiducia, perché è un modo per garantire la loro, la nostra, la sicurezza di tutti. La scuola ha reagito molto bene di fronte a questa ondata perché eravamo e siamo vaccinati: i docenti e il personale per oltre il 90%, i ragazzi più grandi sono ormai all’85% e gli studenti tra i 12 e i 16 anni sono oltre il 70%. È il momento di mettere in sicurezza anche i bambini più piccoli». L’effetto del vaccino tra gli alunni più grandi è evidente: per capirne la portata è sufficiente dare un’occhiata ai dati dello scorso anno quando, in questo periodo, tutte le scuole superiori erano in didattica a distanza al 100%. E lo erano già dal mese di novembre. Oltre 2,5 milioni di studenti, quindi, sono rimasti a casa per quasi tre mesi consecutivi, da novembre, a dicembre e gennaio. Una volta rientrati, si tornò clamorosamente in dad anche a marzo quando, con la campagna vaccinale appena avviata tra i docenti, le classi in presenza, secondo i calcoli di Tuttoscuola, erano off limits per 7 milioni di studenti dall’infanzia alle superiori: l’85% dei ragazzi delle regioni del Nord, maggiormente colpite dalle chiusure e dalle zone rosse, e per il 69% nel resto di Italia.

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