Anche il vescovo di Napoli, don Mimmo Battaglia, è intervenuto in relazione a quanto accaduto nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. “Mi oppongo alla violenza perché, quando sembra produrre il bene, è un bene temporaneo; mentre il male che fa è permanente”. Queste parole di Gandhi – scrive monsignor Battaglia -, sono risuonate nel mio cuore nell’apprendere dei gravi episodi di violenza verificatisi nella casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere. Ancor di più quando leggendo in questi giorni in cui ho appreso dalle cronache cittadine e nazionali la descrizione degli eventi come parte del “sistema Poggioreale”, il grande istituto di pena della nostra città.

Le aggressioni commesse da alcuni agenti della polizia penitenziaria non solo sono una violazione della nostra Costituzione – che attribuisce alla pena un carattere rieducativo e ai sistemi detentivi di essere fedeli principi di umanità – ma rappresentano anche un vero e proprio uragano che ha travolto in modo grave tre comunità a cui sento la necessità di far giungere la mia vicinanza:

  • la comunità dei detenuti, traumatizzati e feriti dalla violenza ma anche danneggiati nel loro percorso educativo alla cui base non può che esservi la costruzione di un’autentica fiducia nei riguardi dello Stato e di coloro che lo rappresentano, fiducia gravemente minata da quanto accaduto;
  • la comunità della polizia penitenziaria, composta per la grande maggioranza da uomini e donne onesti, che adempiono lealmente il proprio dovere, spesso in condizioni di lavoro difficili e poco curate dal punto di vista psicologico;
  • la comunità delle famiglie degli agenti coinvolti, anch’essa travolta dalle pagine di cronaca e provata psicologicamente dal timore di ritorsioni e vendetta.

Dal canto mio, come uomo, cristiano e vescovo di una città con un enorme numero di detenuti, sento il dovere di ringraziare i cappellani degli istituti penali, i tanti volontari e tutti coloro che per ruolo istituzionale e spirito di solidarietà lavorano per rendere il carcere un luogo sempre più umano e umanizzante. Al tempo stesso – ha aggiunto il vescovo di Napoli -, sento il bisogno di invocare dal Signore per tutti la grazia di imparare da quanto accaduto affinché mai più si verifichino episodi del genere”.

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