E’ finito agli arresti domiciliari il sindaco di Palma Campania (Napoli), Aniello Donnarumma, tra i destinatari di otto misure cautelari emesse dal gip di Nola su richiesta della locale procura al termine di indagini dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna. Oltre al sindaco risultano indagati due dipendenti comunali e cinque imprenditori. I reati ipotizzati sono, a vario titolo, corruzione, turbata libertà degli incanti, falso in atto pubblico, depistaggio e subappalto non autorizzato. I militari hanno notificato gli arresti domiciliari al sindaco e a un altro indagato, mentre per gli altri personaggi coinvolti sono stati eseguiti tre divieti di dimora e tre divieti della durata di un anno di contrattare con la pubblica amministrazione. Sotto la lente di ingrandimento degli investigatori sono finiti gli appalti di lavori, servizi e forniture (manutenzione stradale, cura delle aree verdi, ristrutturazione di edifici scolastici e carotaggi su fondi interessati dallo sversamento di rifiuti) concessi, secondo i carabinieri e la procura, in cambio di denaro o altre utilità. Emerso anche un presunto tornaconto elettorale connesso all’assunzione, da parte degli imprenditori beneficiari dell’appalto, di soggetti segnalati dai pubblici ufficiali. Oltre che al sindaco di Palma Campania (Napoli) Aniello Donnarumma, esponente di Fratelli d’Italia, i carabinieri del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna hanno notificato gli arresti domiciliari anche all’ingegnere Salvatore Felice Raia (responsabile del IV e V settore del Comune di Palma Campania). I divieti per la durata di un anno di contrattare con la pubblica amministrazione emessi dal gip di Nola su richiesta della procura riguardano invece gli imprenditori Antonio Nunziata, Angelo Miranda e Aniello Sorrentino.I divieti di dimora a Palma Campania infine riguardano l’architetto Monica Ventura (responsabile unico procedimento di affidamento del comune di Palma Campania), Nicola Borrelli (procuratore speciale per conto di una nota catena di supermercati) e Luigia Barone (dipendente di un società coinvolta nelle indagini ritenuta dagli inquirenti elemento di collegamento tra la ditta e i dipendenti comunali indagati). Complessivamente sono diciannove le persone iscritte nel registro degli indagati della Procura di Nola.

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