Portava al figlio la droga in carcere ed è stata arrestata dalla Polizia penitenziaria. E’ successo ieri, ad Avellino. La donna, che si accingeva ad avere un colloquio con il figlio detenuto, nascondeva addosso “un ingente quantitativo di hashish. Grazie ai controlli svolti dagli uomini della Polizia Penitenziaria, è stata scoperta ed associata nella casa circondariale irpina”, rende noto Tiziana Guacci, segretaria regionale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, Sappe, che sottolinea la “professionalità ed astuzia” con cui il personale della penitenziaria “porta avanti ogni giorno una battaglia per contrastare il traffico di sostanze stupefacenti all’interno del penitenziario, nonostante la critica carenza di organico, che si attesta a circa 83 unità in meno rispetto ai poliziotti previsti, ed il grave sovraffollamento”. Per Donato Capece, segretario generale del Sappe, “il problema dell’ingresso della droga in carcere è questione ormai sempre più frequente, a causa dei tanti tossicodipendenti ristretti nelle strutture italiane. Dai dati in nostro possesso sappiamo che quasi il 30% delle persone, italiane e straniere, detenute in Italia, ossia uno su tre, ha problemi di droga. La loro presenza comporta da sempre notevoli problemi sia per la gestione di queste persone all’interno di un ambiente di per sé così problematico, sia per la complessità che la cura di tale stato di malattia comporta. Non vi è dunque dubbio che chi è affetto da tale condizione patologica debba e possa trovare opportune cure al di fuori del carcere”.

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