Ancora una pesante accusa per Biagio Cava, considerato il capo dell’omonimo clan camorristico di Quindici (Avellino) da decenni impegnato in una sanguinosa faida con il clan rivale dei Graziano. Cava, 59 anni, in carcere dal 2006, è stato raggiunto da un nuovo ordine di custodia cautelare in carcere per il tentato omicidio di Felice Graziano, avvenuto a Quindici il 18 maggio del 2005. L’ordinanza, su richiesta della Dda di Napoli, è stata firmata dal Gip del Tribunale partenopeo con l’accusa di tentato omicidio aggravato dal metodo mafioso. Con le stesse accuse, è stato arrestato Giuseppe Giugliano, 58 anni, originario di Piazzolla di Nola (Napoli), considerato un esponente del gruppo di fuoco dei Cava. I due avrebbero teso l’agguato contro Felice Graziano, a sua volta detenuto e oggi collaboratore di giustizia, nascosti all’interno di un Fiat Fiorino a cui era stato praticato un foro nella tettoia: i colpi sfiorarono Graziano, che si trovava sul balcone della sua abitazione e che a sua volta rispose al fuoco costringendoli alla fuga. L’agguato, che gli inquirenti hanno ricostruito sulla base delle indagini svolte dalla Squadra Mobile della Questura di Avellino e dalle testimonianze di collaboratori di giustizia, si inquadrerebbe nella faida tra i due clan, in particolare per vendicare la cosiddetta ‘strage delle donne’ compiuta dai Graziano nel 2002, nella quale vennero uccise tre donne della famiglia Cava, tra cui la figlia e la sorella di Biagio. Un’altra giovane figlia del boss, colpita alla schiena, in quella circostanza perse l’uso delle gambe.