I carabinieri del Comando provinciale di Avellino hanno eseguito due ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di altrettante persone ritenute responsabili dell’agguato mortale nei confronti di Nicola Annunziata, avvenuto il 29 aprile scorso a Mugnano del Cardinale, in provincia di Avellino. La vittima morì alcuni giorni dopo in ospedale per le gravi ferite da arma da fuoco, che lo colpirono ad organi vitali. I provvedimenti sono stati firmati dal Gip del Tribunale di Avellino. Sono due pregiudicati di Sant’Anastasia nel Napoletano di 46 e 63 anni i presunti killer di Nicola Annunziata, il 57enne anch’egli di origine napoletana, freddato a colpi di pistola il 29 aprile scorso davanti al portone di casa. Gli arresti, su provvedimento del Gip del Tribunale di Avellino, sono stati eseguiti all’alba dai carabinieri della Compagnia di Baiano (Avellino) e di Castello di Cisterna (Caserta). Dalle indagini coordinate dalla Procura di Avellino, avvalorate da filmati e intercettazioni ambientali e telefoniche, emerge che i due killer avrebbero “punito” Annunziata per essersi intromesso con troppa foga in una vicenda che riguardava una somma di diverse centinaia di migliaia di euro che un suo amico doveva restituire ad alcuni personaggi di rilievo della malavita che opera nell’hinterland napoletano. Nel corso di uno degli incontri per trattare la riduzione del debito, Annunziata avrebbe anche aggredito e minacciato i suoi interlocutori. Il debitore aveva tentato anche di restituire la somma attraverso una partita di droga, proveniente dall’Ecuador e affidata a trafficanti spagnoli, che però non si realizzò. L’agguato venne consumato la sera del 29 aprile in via Degli Innocenti, sull’uscio dell’abitazione di Mugnano del Cardinale (Avellino) dove l’ex commerciante 57enne originario della provincia di Napoli si era trasferito cinque anni prima insieme alla moglie. I sicari bussarono all’abitazione di Annunziata, invitandolo a scendere in strada, dove lo colpirono alla testa e ad una gamba con due colpi di pistola da distanza ravvicinata, prima di darsi alla fuga a bordo di un’auto. Dopo cinque giorni di agonia, Annunziata morì al Policlinico di Napoli per i postumi di una emorragia cerebrale inoperabile.

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