MERCOGLIANO. Nella serata di ieri, al termine di un mirato servizio volto a contrastare il fenomeno della prostituzione, i Carabinieri del Comando Provinciale di Avellino hanno fatto irruzione all’interno di un appartamento situato nella centralissima Via Nazionale, sorprendendo una donna di nazionalità colombiana dedita all’attività di meretricio e sottoponendo poi l’intera unità abitativa a sequestro.
L’intera attività investigativa è nata, come spessissimo accade, dal controllo di alcuni annunci online e a seguito delle numerose segnalazioni pervenute da parte di alcuni cittadini, secondo i quali all’interno di quell’abitazione era in corso un’attività di prostituzione.
È stato così che i militari della Stazione di Mercogliano hanno disposto diversi servizi di osservazione e controllo in abiti borghesi e nei pressi del luogo in cui la presunta attività di prostituzione. Nel corso del servizio, venivano effettivamente notate delle persone, esclusivamente di sesso maschile, che facevano a turno ingresso all’interno dell’abitazione, accedendo proprio nell’appartamento sospettato d’essere l’alcova segnalata.
I carabinieri riuscivano poco dopo a verificare con assoluta certezza che in quell’appartamento si stesse esercitando la prostituzione grazie alle dichiarazioni di diversi clienti che, fermati all’uscita dalla palazzina, generalizzati e sentiti in merito alla loro presenza in quel luogo, confessavano di aver fatto ricorso alle prestazioni sessuali di una donna di nazionalità colombiana. Gli stessi clienti ammettevano di aver contattato la donna attraverso un utenza cellulare, il cui numero era stato trovato all’interno di un’inserzione pubblicata su un sito internet. Saliti poi nell’abitazione, i clienti venivano ricevuti appunto dalla donna colombiana che, dopo aver convenuto il tipo di prestazione, riferiva loro l’ammontare del corrispettivo in denaro, che poteva variare dai 70 ai 120€.
Di fronte alle ripetute conferme avute dai clienti nell’arco dell’intero pomeriggio, in serata i carabinieri di Mercogliano decidevano di fare ingresso all’interno dell’abitazione, qualificandosi e generalizzando la donna in una cittadina 50enne di origine colombiana ma regolare in Italia. Al termine degli accertamenti, i militari operanti procedevano al sequestro dell’appartamento, dei 220 € provento dell’attività di prostituzione e dei 2 telefoni cellulari corrispondenti ai numeri riportati sulle inserzioni online che pubblicizzavano detto meretricio.
La donna è stata poi portata in caserma per essere sentita in merito alla sua attività di meretricio, quindi rilasciata senza alcuna conseguenza di genere penale. L’appartamento, invece, è stato sottoposto a sequestro all’ovvio fine d’interrompere l’attività di prostituzione che veniva svolta all’interno e le attività di indagine condotte dai militari dell’Arma permettevano di addivenire ad una 37enne ucraina, residente nel napoletano, che avrebbe volontariamente ceduto l’unità abitativa alla colombiana al precipuo scopo di farle esercitare la prostituzione e farsi poi consegnare parte del denaro ricavato. Quest’ultima è stata pertanto deferita in stato di libertà alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Avellino per sfruttamento della prostituzione.