Aveva programmato il delitto e anche la fuga Michele Rivetti, 53 anni, di Arienzo, in provincia di Caserta, che mercoledi’ scorso ha ucciso con un colpo di pistola la moglie Elisa Affinita, di 40 anni, di Cervinara, in provincia di Avellino. L’uomo e’ stato arrestato questa mattina in una strada di Arienzo, dove si era rifugiato in una casa di montagna poco distante dall’abitazione del padre. Rivetti non ha opposto resistenza agli agenti della squadra mobile della questura di Avellino, che gia’ poche ore dopo il delitto avevano intuito che il 53enne potesse nascondersi presso i suoi familiari. Nel casertano infatti Rivetti avrebbe potuto contare sui suoi 12 fratelli per sfuggire alla cattura che invece e’ avvenuta 48 ore dopo il delitto. Secondo gli inquirenti l’uomo non ha ucciso la moglie in un raptus di follia, ma da tempo stava pensando ad una conclusione cosi’ tragica del suo matrimonio. Contro di lui le testimonianze dei quattro figli, che hanno aiutato gli inquirenti a ricostruire l’ultimo periodo di vita coniugale. Il quadro che e’ emerso non e’ certamente quello di un tranquillo menage familiare. Liti e discussioni anche violente erano all’ordine del giorno. Elisa Affinita era accusata dal marito di avere una o piu’ relazioni. Sospetti che non avevano alcun fondamento. Dalle indagini svolte dalla squadra mobile della questura di Avellino non sono emersi elementi che potessero dare una giustificazione alla folle gelosia. Rivetti viene descritto dagli inquirenti come un personaggio pericolosissimo. A suo carico diversi precedenti penali e la vicinanza a un clan camorristico del casertano. Nonostante fosse sottoposto a regime di sorveglianza speciale, Rivetti era riuscito a procurarsi una pistola a tamburo e numerosi proiettili. Con quell’arma ha esploso un solo colpo che ha raggiunto al petto Elisa Affinita, uccidendola all’istante. L’arma e’ stata rinvenuta nei pressi dell’ospedale di San Felice a Cancello, poco distante dal nascondiglio utilizzato per la latitanza e con l’arma c’erano anche 38 proiettili. Quando e’ stato arresto il 53enne ha chiesto dei suoi figli e si e’ mostrato particolarmente agitato. Il suo stato d’animo ha fatto pensare agli inquirenti che potesse compiere altri gesti violenti. Rivetti e’ ora detenuto nel carcere di Santa Maria Capua Vetere con l’accusa di omicidio volontario premeditato e detenzione illegale di armi. A suo carico e’ stato emesso dalla procura di Avellino un decreto di fermo, che dovra’ essere convalidato dal gip.

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