Otto persone sono finite agli arresti domiciliari accusate di aver commesso reati contro la Pubblica Amministrazione, in cambio di mazzette a altri favori. L’operazione, coordinata dalla Procura di Napoli Nord, diretta da Maria Antonietta Troncone, è stata eseguita dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Aversa e ha portato all’arresto domiciliare di otto persone accusate di corruzione, falso e abuso d’ufficio, mentre altre cinque sono indagate a piede libero. In manette sono finiti: il dirigente Raffaele Serpico, di recente coinvolto anche nell’inchiesta sui furbetti del cartellino; il geometra del Comune Giuseppe Minale, da tutti conosciuto con l’appellativo di Geppino; gli imprenditori Alfonso e Yari Cecere, padre e figlio. Con loro sono finiti agli arresti altri 4 tecnici di parte. Nel mirino dei carabinieri tre pratiche, di cui una relativa un bonus 110, tutte saltate quasi sul nascere. L’unica pratica andata effettivamente avanti è quella di un palazzo in via Linguiti trasformato da ‘rudere’ con 6 unità abitative a palazzina moderna con 19 appartamenti e dal valore immobiliare di circa 6 milioni di euro. Ovviamente per ottenere i favori in Municipio andavano oleati bene gli ingranaggi. Il modus operandi era il seguente: gli imprenditori del settore edile, con l’intermediazione di tecnici e professionisti, corrompevano i funzionari pubblici per ottenere i permessi di costruire in tempi rapidi e senza dover rispettare le normative vigenti. I funzionari pubblici, in cambio di denaro o altre utilità, falsificavano atti, sopprimevano documenti e superavano le problematiche inerenti all’istruttoria dei permessi di costruire. In alcuni casi, gli imprenditori costruivano complessi residenziali in assenza di una preventiva lottizzazione e in violazione delle norme urbanistiche. Nel corso delle indagini il plesso di via Linguiti è stato sequestrato dai carabinieri.