MOLINARA – Nell’ambito di specifici servizi finalizzati al contrasto dell’uso di sostanze stupefacenti, i Carabinieri della Stazione di San Marco dei Cavoti, coadiuvati da personale del Nucleo Cinofili antidroga dei Carabinieri di Pontecagnano (Sa), hanno denunciato in stato di libertà un ventunenne disoccupato di Molinara, e il padre, cinquantaseienne, imprenditore, entrambi incensurati, per detenzione illecita e coltivazione in concorso di sostanza stupefacente.
A seguito di attenta ed accurata attività di osservazione ed informazione, i militari hanno effettuato, alle prime luci dell’alba di oggi, una perquisizione nell’abitazione dei genitori dove dimora il giovane, con l’ausilio di cani anti-droga, per accertare la presenza di sostanze stupefacenti. In particolare, in un borsello, veniva individuata, ben celata, una modica quantità di marjuana.
L’attività posta in essere, soprattutto a seguito di quanto reperito nella suddetta abitazione, veniva così estesa anche nel deposito di campagna di proprietà del nonno del ventunenne.
Una volta giunti nelle pertinenze dell’area di interesse, si registrava una evidente agitazione dei cani dell’Arma che si dirigevano repentinamente verso una particolare zona del magazzino agricolo.
Il fiuto di “Niko”, giovane cane del Nucleo Carabinieri di Pontecagnano non aveva tradito neanche questa volta. Difatti, venivano trovate ben 2 piante di cannabis-indica di circa 1.70 cm di altezza, in ottimo stato di coltivazione.
Dalla preliminare ma incisiva attività di indagine svolta “in loco” dai militari operanti, sorprendentemente emergevano chiari elementi di reità anche a carico del padre del giovane di Molinara, il quale, dopo le prime esitazioni, appariva evidentemente coinvolto nella losca vicenda.
Il materiale rinvenuto veniva così sottoposto a sequestro, mentre i due, padre e figlio, venivano deferiti in stato di libertà all’Autorità Giudiziaria del capoluogo sannita.
Sono in corso ulteriori accertamenti ad opera dai Carabinieri della Compagnia di San Bartolomeo in Galdo tesi a verificare per quali fini veniva coltivato lo stupefacente e l’eventuale partecipazione di altri soggetti all’attività criminosa scoperta.