MONTESARCHIO – Pensava, forse, di essere riuscito ad evitare il carcere “preventivo”, Luigi Romano, il pregiudicato beneventano, 46enne, che all’alba del 14 novembre scorso, si vide piombare in casa i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Montesarchio, in esecuzione di una Ordinanza di Custodia Cautelare in Carcere nei suoi confronti perché ritenuto responsabile di tentata estorsione continuata, commessa nell’estate del 2011, allorquando i Carabinieri,

a seguito di un’attività info-investigativa nella valle vitulanese, raccolsero “segnalazioni”, confidenze ed, in breve, una formale denuncia di un imprenditore che dichiarò di avere ricevuto telefonate dal contenuto estorsivo, in cui, cioè, lo si invitava “a mettersi a posto”, a “fare quello che deve fare”, ad evitare che altri “risolvano” la questione: e tutto perché l’uomo aveva in corso la realizzazione di un’opera pubblica su cui l’ignoto interlocutore era alla ricerca di una “provvigione” per il sereno completamento dei lavori.

 

Questi, dunque, i fatti che, come detto, hanno condotto all’arresto del Romano – in esecuzione di una Ordinanza di Custodia Cautelare del Tribunale di Benevento – lo scorso 14 novembre: tuttavia, il successivo 26, il pregiudicato veniva rimesso in libertà dal Tribunale del Riesame di Napoli per un vizio di forma dello stesso provvedimento restrittivo.

Vizio, però, che non ha invalidato il “contenuto” dell’indagine e che ha consentito al Pm la riformulazione della richiesta di restrizione, pienamente accolta dal G.I.P. e subito eseguita dagli stessi Militari operanti.

Per Romano, dunque, si sono nuovamente aperte le porte della Casa Circondariale di Benevento.

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