BENEVENTO – L’attività investigativa delle Fiamme Gialle – che oggi ha portato all’arresto, nel Sannio, di un imprenditore e al sequestro preventivo di suoi beni per 2,5 milioni di euro – ha consentito di scoprire e disarticolare un complesso e sofisticato “modus operandi” grazie al quale l’imprenditore, creando fatture e preventivi falsi per rendere verosimili le procedure cartolari, funzionali all’ottenimento di contribuzioni pubbliche (comunitarie, nazionali e regionali), ha “gonfiato” i costi aumentandoli anche di oltre l’800% dell’effettivo valore.
“Il disegno criminoso – si legge in una nota del procuratore della Repubblica di Benevento, Giuseppe Maddalena – ha consentito, infatti, all’imprenditore di beneficiare di due contributi pubblici per circa 2,9 milioni di euro, quasi del tutto erogati, a fronte di investimenti complessivi di circa 4,9 milioni di euro, nell’ambito delle Misure Regionali del Programma Operativo Nazionale Pesca cofinanziato dal F.E.P. Campania 2007/2013 Mis. 2.1 – Sottomisura 2.1.1 – “Investimenti Produttivi nel Settore Acquacoltura”. Nella misura cautelare, il gip ha riconosciuto indizi “granitici di colpevolezza” desunti dalle stesse modalità e dalle circostanze dei fatti”, caratterizzati da collaudate tecniche di esecuzione nel creare apparenze contabili false, poste in essere nella spavalda convinzione della conseguente impunità”.
La condotta di Postiglione Coppola, secondo l’ipotesi accusatoria, condivisa dal gip in ordine ai gravi indizi di colpevolezza, sebbene non con riferimento anche alle esigenze cautelari, è stata perpetrata in concorso con pubblici funzionari avverso i quali, per detta ragione, si procede in stato di libertà. L’imprenditore, infatti, nella commissione dei delitti è stato coadiuvato da dipendenti della Provincia di Benevento e delle sedi distaccate in questa provincia della Regione Campania che, pur deputate, quale ultimo presidio al controllo della regolarità delle erogazioni pubbliche, hanno invece consentito di forzare il sistema di controlli garantendo un fruttuoso tornaconto personale allo stesso Postiglione Coppola. Lo stesso imprenditore nel mese di luglio 2013 era stato trovato in possesso, presso la propria abitazione, di oltre 400 reperti archeologici di inestimabile valore (alcuni addirittura databili al VII secolo a.C.) illecitamente detenuti e, pertanto, sottoposti a sequestro dai finanzieri, misura confermata dal Tribunale per il Riesame.