CASALDUNI – Il SIALP per il Mezzogiorno, da sempre impegnato nella lotta alla corruzione, nella persona della responsabile Rosaria Pisaniello, è intervenuto con una nota sulla questione degli arresti a Casalduni.

Questa la nota:

“Il crollo del feudo di Casalduni, con l’arresto del sindaco Raimondo Mazzarelli e di altre 8 persone, tra cui tecnici comunali, la dice lunga sulla grave situazione, in cui, per anni, ha versato il paese. Infatti, gli ultimi arresti sono solo la punta di un iceberg che, affonda le sue radici negli anni. Già a partire dal 2002, la DDA apriva un fascicolo sulla squallida e triste vicenda dell’impianto di CDR di Casalduni. Un fascicolo polveroso e sballottato per anni che, se avesse avuto un seguito, forse tanti altri atti criminosi a danno della comunità, sarebbero stati evitati, con conseguenze dannose per la stessa comunità casaldunese e, sul piano economico sociale e, su quello della tutela della salute pubblica (un notevole incremento di decessi per tumori provocati dai rifiuti tossici sepolti sotto il CDR).  A far gioco anche le forti coperture politiche vantate dagli amministratori protagonisti delle vicende e sempre gli stessi.

Ma ciò che preme denunciare è che le vere vittime di questo diabolico sistema criminoso, sono stati soprattutto gli  onesti cittadini di Casalduni, saccheggiati sia del territorio che delle sue risorse e i poveri imprenditori che, se non accettavano i ricatti o, erano costretti a lasciare il paese o, destinati a fallire, o, come i protagonisti della vicenda, costretti a subire fino alle estreme misure, non ricavando alcunché, ma anzi, impoverendosi.

L’invito del SIALP è, dunque, a tutti gli imprenditori che hanno avuto rapporti di lavoro con il comune di Casalduni e a quelli cui sono fallite le aziende,  a  costituirsi parte civile contro tali scellerati amministratori per danni esistenziali. Rubare la vita per anni, a queste imprese non ha prezzo e punizioni bastevoli.

Un grazie va oggi alla Magistratura, capace di scoperchiare una pentola incandescente, alla Procura di Benevento, alle Forze dell’Ordine, al giudice Clemente che ha aperto un libro seppellito da una coltre di omertà e soggiacenza.

Ma nel contempo il SIALP , pur rispettando le decisioni della Giustizia, si dice contrario agli arresti domiciliari dei tecnici comunali coinvolti che, stando ai fatti, letti e vissuti, sarebbero la vera mente del disegno criminoso. Avrebbero meritato di più.

L’augurio è che si possano recuperare dignità e legalità e, soprattutto, che il debito di circa 20 milioni di euro (a tanto ammonta il deficit comunale; si pensi che con la sola Cassa Depositi e Prestiti c’è un impegno economico di 12.964,429,69 euro che sarà pagato con una rata annua di € 447.675,66., spalmata sui cittadini di Casalduni per un ammontare di oltre 500,00 euro cadauno, con inevitabile e conseguente aumento delle tasse) sottratto indebitamente ai casaldunesi e agli imprenditori venga restituito per far rinascere la comunità”.

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