Onorari per centinaia di migliaia di euro liquidati in favore di pochi avvocati per una serie di cause mai discusse e per importi maggiorati rispetto all’effettiva importanza della lite. Il sospetto che l’Asl di Benevento negli anni scorsi sia stata utilizzata come un bancomat in favore di qualche avvocato amico è uno dei filoni su cui la procura – che indaga sulla presunta truffa – sta lavorando, passando al setaccio consulenze, atti e delibere di pagamento emesse in un periodo compreso tra il giugno del 2008 e l’aprile 2012. Anni in cui cui l’ex direttore amministrativo Felice Pisapia, rimosso dall’incarico a dicembre 2012 e ora sottoposto a obbligo di dimora, era il responsabile del servizio di gestione economica dell’Asl, colui che materialmente firmava gli atti di pagamento.

Le parcelle sospette in favore degli avvocati sono al centro della memoria difensiva preparata dal legale dell’Asl Roberto Prozzo nella causa di lavoro intentata da Pisapia contro l’Asl avverso il suo licenziamento. La memoria – è notizia di oggi – è stata acquisita agli atti dalla procura. In essa si sostiene l’esistenza di ”una pluralita’ di truffe consumate ai danni dell’Asl per aver emesso e liquidato mandati di pagamento a fronte di prestazioni inesistenti, ricorrendo a vari artifizi, tra cui quello di indicare falsi estremi di provvedimenti autorizzativi delle spese: provvedimenti di fatto inesistenti”.

La parte del leone la farebbero soprattutto le spese per le consulenze legali esterne. Il meccanismo denunciato, apparentemente elementare, consiste nell’affiancare un avvocato domiciliatario a quelli dell’Asl che effettivamente vanno in giudizio. In buona sostanza – si sottolinea in una integrazione alla memoria cui sta lavorando l’avvocato Prozzo – l’Asl oltre a pagare i propri avvocati avrebbe riconosciuto un onorario ulteriore a un legale esterno per il solo fatto di aver fornito un domicilio, pur non avendo di fatto avuto alcun ruolo in giudizio. Domicili fuori sede, spesso a Roma o a Napoli, forniti da avvocati beneventani che non hanno uno studio in quelle città. Questa pratica, ripetuta in molti casi, avrebbe portato a uno spreco pari a centinaia di migliaia di euro. Ma Prozzo nella sua memoria ricorda anche una delibera messa a punto da Pisapia e da un altro funzionario, Arnaldo Falato, con la quale ”invece di rispettare il criterio cronologico, si disponeva di procedere ai pagamenti dando priorità a chi procedeva a pignoramento, in modo da incentivare la instaurazione di procedure giudiziarie ai danni dell’Asl e poi provvedere al pagamento, in sede transattiva, di consistenti parcelle. Inoltre – prosegue l’atto acquisito dalla procura – richiamando gli estremi della delega sono state concluse numerose transazioni per decine di milioni di euro, senza l’adozione di uno specifico atto autorizzatorio per ogni singola vicenda”. Nella memoria dell’avvocato dell’Asl finisce anche l’appalto per il servizio di 118 per anni appannaggio dell’Ati Sanit-Modisan. Secondo il legale, dall’esame del bilancio relativo all’esercizio 2008 (quello precedente la gara) risulta che già al 31 dicembre 2008 la Sanit aveva debiti tributari per un importo pari a circa 340 mila euro e verso istituti di previdenza per 216 mila euro, e inoltre che non aveva versato Irap e Iva. Dal bilancio 2010 – si sottolinea – emergerebbe un debito tributario complessivo per oltre 1 milione e 700 mila euro e previdenziale per circa 440 mila euro. Inadempienze che – sottolinea Prozzo – per la legge che regola gli appalti pubblici avrebbero dovuto mettere di fatto la Sanit in condizione di non potersi aggiudicare l’appalto.

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