La terza sezione penale della Corte d’Appello di Napoli ha confermato la sentenza di condanna emessa in primo grado nei confronti di Ciro Benenati, ex titolare di una concessionaria di auto di Caserta, per usura pluriaggravata e favoreggiamento camorristico per aver avvantaggiato il clan dei Casalesi fazione Zagaria. Si tratta del processo nato dalla denuncia di Roberto Battaglia, imprenditore caseario di Capua che gestiva un’azienda bufalina a Caiazzo, nel casertano, vittima di richieste usurarie: la vicenda risale al 2008 quando Battaglia si rese anche protagonista di una protesta eclatante, legandosi ai cancelli della prefettura di Caserta. Nel 2018 il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha condannato Benenati a 4 anni e 4 mesi di reclusione. La sentenza è stata confermata ieri dalla Corte di Appello di Napoli, terza sezione penale, che ha condannato Benenati anche al pagamento delle spese processuali e delle spese di costituzione sostenute da ciascuna parte civile. Insieme alle vittime, Roberto Battaglia e la madre Rita Fraia difesi dagli avvocati Gianluca Giordano, Carlo De Stavola ed Elisabetta Carfora, si è costituita parte civile l’associazione Sos Impresa.

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