Nonostante l’evidente rallentamento dei fenomeni bradisismici, l’area dei Campi Flegrei continua a restare sotto stretta sorveglianza. Al momento, infatti, è stata scongiurata l’ipotesi di un innalzamento dell’allerta – che dunque resta gialla -, anche se il rischio di un peggioramento non è del tutto da escludere. “È difficile pensare che la terra non riprenda a sollevarsi – le parole del presidente dell’Ingv, Carlo Doglioni -, ma al momento non c’è evidenza di un aumento della pericolosità”. A tranquillizzare i cittadini che risiedono nell’area campana considerata da sempre ad alto rischio ci pensa lo stesso ministro per la Protezione Civile, Nello Musumeci. Al termine dell’incontro con i sindaci a palazzo Chigi, l’ex governatore siciliano ha tenuto a precisare che “non c’è allarme, va detto in maniera chiara”. In mattinata lo stesso ministro, in audizione alla commissione Ambiente alla Camera, aveva citato il verbale della commissione Grandi Rischi – risalente ad una decina di giorni fa – sottolineando che “bisogna prepararsi all’eventuale necessità di passare rapidamente verso un livello di allerta superiore rispetto al giallo”. Proprio per questo, grazie al decreto firmato dal consiglio dei ministri dello scorso ottobre, il governo sta cominciando a predisporre tutti gli interventi necessari per la prevenzione e messa in sicurezza del territorio. Già il 27 novembre – come annunciato dallo stesso Musumeci – sarà pronto il piano di comunicazione rivolto ai cittadini che coinvolgerà, in particolare, le scuole che insistono sull’area, vale a dire circa 125 istituti. In più presto dovrebbe vedere la luca anche l’inedito piano di emergenza per il bradisismo, “che – parole del ministro – qui non è mai esistito”. Saranno poi intensificate le esercitazioni, in particolare nell’area rossa, il cui perimetro è stato messo a punto proprio nell’incontro con gli amministratori locali. Si tratta di un’area da 15 mila edifici in cui vivono circa 85 mila persone. Una zona che comprende parte dei comuni di Bacoli e Pozzuoli e una parte della città metropolitana di Napoli, come la pianura di Posillipo. Una zona più ristretta rispetto a quella prevista per l’emergenza vulcanologica, e che proprio con il vulcano ha a che fare. “L’insieme dei risultati scientifici – ha detto Musumeci alla Camera – rafforza l’evidenza del coinvolgimento di magma nell’attuale processo bradisismico di sollevamento del suolo”. Sarebbe, dunque, anche la lava nel sottosuolo a causare i fenomeni di sollevamento del terreno e, quindi, dei terremoti la cui frequenza negli ultimi mesi è più che raddoppiata, come spiegato dai vertici di Ingv e commissione Grandi Rischi a palazzo Chigi. Nessun allarme, dunque, ma massima attenzione, come ha sottolineato lo stesso sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi. “Questa emergenza – ha detto – può essere gestita con grande serenità”. “Noi – la chiusa del ministro Musumeci – abbiamo il dovere di stare sempre in una condizione di attenzione. In una zona così ballerina possiamo dire di essere relativamente tranquilli”.