MADDALONI – Nella tarda mattinata di domenica 3 Ottobre, la Sezione Antidroga della Squadra Mobile ha arrestato Antonio Di Francesco, nato a Maddaloni (CE) il 25.05.1961, il quale, da alcune settimane, si era reso latitante, dopo essere stato raggiunto da una condanna definitiva a 3 anni ed 11 mesi di reclusione per riciclaggio.

I poliziotti giungevano all’arresto dell’uomo a seguito di una paziente attività di pedinamento dell’attuale compagna, C.M., che è stata denunciata a piede libero per favoreggiamento personale, mentre per lo stesso reato è stato arrestato Antonio Di Matteo, nato a Maddaloni (CE) il 14.12.1965 res. in Santa Maria a Vico (CE), proprietario dell’abitazione dove Di Francesco aveva trovato rifugio. In particolare, gli investigatori appuravano che la donna quotidianamente si recava presso una rosticceria per acquistare cibi preconfezionati e poi raggiungeva un deposito di autoarticolati in Via Appia, a fraz. Montedecoro a Maddaloni (CE), da dove poi si allontanava, preceduta da una seconda vettura condotta da un uomo, poi identificato  in Antonio Di Matteo. I pedinamenti dei poliziotti permettevano di appurare che la donna, quotidianamente, effettuava sempre lo stesso stesso spostamento, per cui veniva predisposto un servizio con l’impiego di diverse pattuglie che si alternavano nel pedinamento per non destare sospetti. Anche ieri, alle ore 13.00, la donna, dopo avere acquistato dei piatti pronti, raggiungeva Antonio Di Matteo, a Montedecoro e poi, a bordo di due vetture, raggiungevano un palazzo, con due sole abitazione, a S. Maria a Vico (CE), il cui accesso era sbarrato da un cancello in ferro. Dopo avere atteso alcuni minuti, i poliziotti, scavalcato il muro di cinta del palazzo, raggiungevano il primo piano facendo irruzione nell’appartamento dove avevano notato entrare la coppia. Di Matteo tentava, inutilmente, di scoraggiare i poliziotti, riferendo di essere solo nell’abitazione, infatti i poliziotti, entrati nell’appartamento, sorprendevano il latitante e la sua compagna seduti a tavola per il pranzo. Per cui i due uomini venivano arrestati, mentre C.M. era denunciata a piede libero.

Antonio Di Francesco era stato coinvolto in una indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Latina che aveva permesso di disarticolare un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati di usura in danno di imprenditiri del basso Lazio, in particolare l’arrestato aveva il compito di riciclare gli assegni consegnati dalle vittime ai loro usurai a garanzia delle somme ricevute in prestito

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