Sei esponenti del clan dei Casalesi sono stati raggiunti da una nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dalla Procura Generale presso la Corte di Appello di Napoli, eseguita nel pomeriggio di ieri dagli agenti della Squadra Mobile di Caserta. In manette sono finiti: Lorenzo Arrichiello, 60enne di Casal di Principe, il quale deve espiare la pena definitiva residua di 2 anni di reclusione in relazione al reato di intestazione fittizia di beni, aggravato dal fine di agevolare l’associazione di stampo mafioso denominata clan dei casalesi; Giacomo Caterino, 44enne di S. Cipriano d’Aversa , pregiudicato, dovendo espiare la pena definitiva di 2 anni, e 2 giornidi reclusione in relazione al reato di “turbata libertà degli incanti”, aggravato dal fine di agevolare l’associazione di stampo mafioso denominata clan dei casalesi; Luigi Ferraro, 51enne di Casal di Principe , che deve scontare una pena definitiva residua 11 mesi e 8 giorni di reclusione per concorso nell’associazione di stampo mafioso denominata clan dei casalesi; Bernardino Noviello, 40enne di S. Cipriano d’Aversa , dovendo espiare la pena definitiva residua di 1 anno, e otto mesi di reclusione in relazione al reato di “turbata libertà degli incanti”, aggravato dal fine di agevolare l’associazione di stampo mafioso denominata clan dei casalesi; Luigi Schiavone, 67enne di Casal di Principe, pregiudicato, dovendo espiare la pena definitiva di 3 anni di reclusione in relazione al reato di turbata libertà degli incanti, aggravato dal fine di agevolare l’associazione di stampo mafioso denominata clan dei casalesi: Tullio Iorio, 41enne di Casal di Principe che deve scontare la pena definitiva residua di 2 anni e 3 mesi di reclusione in relazione al reato di intestazione fittizia di beni, aggravato dal fine di agevolare l’associazione di stampo mafioso denominata clan dei casalesi. Figura di spicco è da considerarsi Lorenzo Arrichiello, suocero di Nicola Schiavone, figlio di Francesco Sandokan, entrambi detenuti in regime di 41 bis, e Giacomo Caterino, cugino del boss, poi divenuto collaboratore di giustizia., Antonio Iovine alias O’ Ninno. Gli arrestati erano stati coinvolti in indagini coordinate dalla Procura Antimafia di Napoli sfociate nella operazione “Normandia 2” che, nel luglio 2010, aveva portato all’esecuzione di 17 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di esponenti di spicco del clan “dei Casalesi”, in particolare delle fazioni Schiavone e Iovine, nonché di imprenditori, pubblici amministratori e politici, in relazione ai reati di associazione mafiosa, turbativa d’asta, abuso di ufficio, truffa, riciclaggio ed altro, delitti aggravati dalla metodologia mafiosa e dal fine di agevolare l’organizzazione “dei casalesi”. Le indagini avevano svelato un diffuso sistema di appalti truccati attraverso il quale il “clan” favoriva l’aggiudicazione di gare ad imprenditori contigui all’organizzazione, tra i quali Luigi Schiavone, legato da vincoli di parentela a Sandokan, e Bernardino Noviello, grazie alla complicità di pubblici funzionari e politici. Destinatari delle misure cautelari risultavano, oltre ai capi dell’organizzazione, quali Nicola Schiavone, figlio di Francesco, e Antonio Iovine, allora latitante, anche Nicola Ferraro, ex consigliere regionale ed il fratello Luigi Ferraro. In particolare, i fratelli Ferraro erano accusati di essersi accordati con i reggenti del “clan dei casalesi”, ricevendo sostegno elettorale in cambio della loro intercessione per agevolare l’aggiudicazione di appalti ad imprese contigue all’organizzazione camorristica, mediando con quegli esponenti degli enti locali sui quali l’amministratore regionale aveva influenza.