Respinte tutte le eccezioni presentate dai legali del consigliere regionale Angelo Polvirono, degli imprenditori Angelo Grillo e Lazzaro Luce e dell’ex direttore dell’ospedale di Caserta Francesco Bottino. Ammesso, quindi, l’uso delle intercettazioni e la lista dei testimoni dell’accusa. Una nuova udienza del processo per i presunti appalti truccati all’Asl di Caserta è stata fissata per il prossimo 23 maggio. Gli appalti dell’ospedale di Caserta al centro dell’inchiesta della Dda di Napoli ammonterebbero a 26 milioni di euro. Le ditte coinvolte sarebbero vicine al clan dei Casalesi ed a quello dei Belforte. Ad Angelo Polverino, i pm Giovanni Conzo, Luigi Landolfo e Annamaria Lucchetta, contestano il reato di turbativa d’asta, senza però l’aggravante dell’articolo 7, cioè di avere agito per favorire un clan camorristico. Nei confronti degli altri indagati sono ipotizzati, a vario titolo, i reati di concorso esterno in associazione a delinquere di stampo camorristico, turbativa d’asta e corruzione aggravati dall’aver agevolato un clan camorristico. In carcere, oltre al consigliere regionale del Pdl, finì anche l’ex sindaco di Caserta, Giuseppe Gasparin, presidente della commissione di gara che aggiudicò i lavori; ai domiciliari invece il direttore dell’azienda ospedaliera di Caserta ed ex manager Asl Francesco Bottino. In cella finirono anche i tre imprenditori di Marcianise ritenuti vicini alla cosca fondata dai fratelli Domenico e Salvatore Belforte: si tratta di Angelo Grillo, già coinvolto in un’inchiesta della Dda di Napoli del 24 aprile 2012 nella quale furono arrestati altri imprenditori ritenuti vicini al clan Belforte, e i figli Roberto e Giuseppe. Solo per loro il pm ha contestato l’associazione a delinquere di stampo camorristico.