È solo per amore di verità che facciamo chiarezza sull’ennesimo tentativo della macchina del fango di impedire a Campania Notizie di svolgere il proprio lavoro di inchiesta sulle nefandezze di amministratori locali criminali che per troppi anni hanno preso a morsi l’Agro aversano arricchendosi con i soldi dei cittadini. Come già annunciato in un recente articolo abbiamo deciso di rivolgerci alla magistratura, in cui confidiamo pienamente, per difendere la nostra immagine e la nostra onorabilità. Ma stavolta ci è stata servita su un piatto d’argento, anzi d’oro, un’occasione che non possiamo sprecare. Quindi, trattandosi di personaggi noti alle cronache per tentata induzione alla concussione e per aver chiesto una tangente di 100mila euro ad un imprenditore, ci perdonerete se sporcheremo di sterco le nostre pagine. Ricostruiamo la vicenda e ringraziamo di cuore i protagonisti ai quali riconosceremo un benefit (ne hanno bisogno per vivere onestamente) per il gran favore che ci hanno fatto. Il pregiudicato ex sindaco di Sant’Arpino Eugenio Di Santo o chi per lui ha “passato” a un suo cugino inquisito per diversi gravi reati (buon sangue non mente) un preventivo, da lui stesso richiestoci, di Campania Notizie per la fornitura di servizi mediatici.
Il goffo obiettivo era quello di screditare la nostra testata. Tralasciamo il fatto che trovare sulla faccia della Terra un politico più screditato di Di Santo è impresa ardua. Se non impossibile. Ci teniamo però, come già detto per amore di verità, a spiegare punto su punto l’accaduto. Su richiesta dell’allora sindaco Campania Notizie il 30 aprile del 2012 protocolla al Comune di Sant’Arpino (leggi nota sotto) un preventivo per l’espletamento di una serie di attività di comunicazione. La ragione sociale della società editrice del nostro portale web-tv è proprio questa. Tutto viene fatto nella massima trasparenza e con la massima tracciabilità. C’è una nota al protocollo, appunto. Ora a distanza di 7 anni Di Santo e company hanno pensato bene (male, per loro) di metterla nelle mani di un inquisito di famiglia. Qual è l’accusa? Che la nostra società percepisce soldi per la fornitura di servizi mediatici. È come accusare un medico di farsi pagare la parcella dopo una visita. Sarebbe illegale se il professionista non emettesse fattura. Altrimenti di cosa potrebbe essere imputato?
Nel caso specifico di Campania Notizie la macchina del fango attivata da Di Santo e dai sui sodali è andata in panne già prima di partire. La somma di 2.400 euro netti richiesta nel preventivo non è mai stata liquidata. In altre parole la nostra testata non ha incassato un euro dal Comune. Sfidiamo il pregiudicato Di Santo a pubblicare la determina di pagamento. Sapete perché? Non avendo impegnato quei soldi nel bilancio comunale ci disse che per non fare brutta figura (azz!) avrebbe provveduto lui di tasca sua. Come? Pagandoci a nero. La proposta indecente fu fatta al sottoscritto nella sua stanza da sindaco. Restai di stucco. E pensai tra me e me: ma questo sta bene? O è impazzito? Ovviamente rifiutati, mi alzai e me ne andai senza nemmeno salutare. Come sempre, lo possono testimoniare in centinaia, quando forniamo le nostre prestazioni professionali stipuliamo contratti e fatturiamo regolarmente tutto con relativo pagamento delle imposte. I costi per la pubblicazione di banner elettorali, quelli di enti pubblici o di privati vengono tutti fatturati.
Quello che pensai dopo quella proposta indecente è che per Di Santo invece il pagamento a nero era forse una prassi consolidata. Ne abbiamo conferma, e qui chiariamo un altro aspetto, nel dicembre del 2013, cioè un anno e mezzo dopo, quando l’allora sindaco fu arrestato con l’accusa di tentata concussione. Di Santo contattò l’imprenditore Francesco Mottola gli chiese di fatto una mazzetta. Dicendogli di dover soddisfare l’esigenza di un fantomatico “giudice” disse all’imprenditore che occorreva omaggiarlo con un braccialetto di brillanti, il famoso tennis, del valore di circa 2.500 euro. Ora considerate la tempistica. Campania Notizie ha avuto rapporti giornalistici (non retribuiti) con Di Santo un anno e mezzo prima che l’allora sindaco finisse in manette e poi condannato a un anno e mezzo di carcere.
Dopo il suo arresto la nostra testata è stata quella che maggiormente ha attaccato l’ormai ex primo cittadino per il suo indegno comportamento. Oggi lui e suoi parenti inquisiti hanno la faccia come il c… addirittura di rivoltare la frittata. L’unico peso che ho sulla coscienza è quello di non aver denunciato nel 2012 Di Santo quando mi offrì soldi a nero. Perché non lo feci? Lui e mio padre erano e sono legati da uno stretto rapporto di amicizia. Gli spiegai l’episodio e gli dissi che sarei andato dai carabinieri a sporgere querela.
Mio padre mi chiese di non farlo. Gli diedi retta. Non me lo perdonerò mai.
Mario De Michele
LE INTERCETTAZIONE DEI CARABINIERI SUL “METODO DI SANTO”
IL PREVENTIVO DI CAMPANIA NOTIZIE, SOLDI MAI PERCEPITI