CGIL CISL e UIL con le rispettive categorie dell’edilizia FILLEA, FILCA e FENEAL condanno l’ennesimo caso di morte sul lavoro. Proprio oggi si è registrato un nuovo caso, ad Aversa. La vittima lavorava in un cantiere edile in un parco privato. Le notizie sono ancora confuse ma quello che è chiaro è che si è persa un’altra vita. Solo l’altro ieri a Teverola c’è stato un altro incidente mortale, che ci si rifiuta di imputare ad una semplice fatalità: lavoro nero, totale mancanza di formazione dei lavoratori, sfruttamento, illegalità: queste sono le cause reali di questi incidente. Siamo al quarto morto dall’inizio dell’anno, probabilmente ancora un lavoratore in nero, in una strage senza fine che ci interroga tutti; iniziamo col dire che per ragionare di sicurezza sul lavoro dobbiamo cominciare a chiamare le cose con il loro nome: non si tratta di incidenti sul lavoro, ma di omicidi sul lavoro. Si tratta di crimini in cui è coinvolto tutto il sistema sociale. Nulla può giustificare un evento del genere, in cui la medesima casistica continua a ripetersi: la caduta dall’alto è infatti la principale causa di morte in seguito ad incidenti sul lavoro, fatto che denota un totale disprezzo delle norme di sicurezza proprio nelle fasi più delicate dell’attività lavorativa. Ancora troppo scarsa è l’attenzione da parte delle Istituzioni al tema della sicurezza sui luoghi di lavoro, che i sindacati chiedono con forza, e chiedono che non sia inferiore all’attenzione dedicata alla lotta alla criminalità organizzata. CGIL CISL e UIL, con le rispettive categorie di settore, chiedono con la massima urgenza la riattivazione del tavolo sulla sicurezza sul lavoro in Prefettura. “Siamo pronti ad agire, sia a livello istituzionale – fanno sapere – sia mettendo in atto tutte le iniziative che riterremo opportune, a partire da una mobilitazione generale, affinché sulla sicurezza sui luoghi di lavoro si intervenga immediatamente e adeguatamente, restituendo a questo tema la sua dovuta importanza”.