L’ex  sindaco  di  Grazzanise  Enrico Parente  “si  e’  reso  disponibile  per  ogni necessita’  medica  del  latitante”  Michele  Zagaria,  di  cui  “conosce perfettamente  le  condizioni  fisiche:  uno  scompenso  cardiaco  ma  nulla  di grave”.  Per  questo  motivo,  lo  scorso  27  dicembre,  il  gup  Isabella  Iaselli  al termine  del  processo  con  rito  abbreviato,  ha  condannato  Parente  (che  e’ medico)  a  due  anni  di reclusione  per favoreggiamento  del  boss  dei  casalesi, aggravato  dall’avere  agito  per  agevolare  un  clan  camorristico.

Nel 2009, nel corso di un improvviso viaggio all’estero, Parente visito’ Zagaria che era latitante da circa 15 anni. Nelle motivazioni della sentenza, depositate oggi in cancelleria, il giudice chiarisce che il reato di favoreggiamento si configura dal momento che Zagaria non aveva bisogno di assistenza medica “doverosa e impellente”: il boss dei casalesi semplicemente voleva “controllare il proprio stato di salute e rassicurarsi senza dover ricorrere ai medici del posto in cui si trovava, lasciando tracce pericolose”. Il condannato, osserva ancora il giudice, “e’ stato a disposizione per il contesto generale di protezione del quale gode da parte del clan Iovine ­ Zagaria”.

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