Contiene dati vitali per la sopravvivenza del clan dei Casalesi, nomi e cifre che rappresentano la contabilità dell’organizzazione mafiosa campana facente capo, tra gli altri, al boss Michele Zagaria, annotati di suo pugno, a tal punto importante da ritenerli più importanti della sua stessa cattura.

E’ il “libro mastro” del clan ­ cercato ma mai trovato da magistratura e forze dell’ordine ­ di cui parla uno dei vivandieri di Zagaria, Generoso Restina, collaboratore di giustizia ritenuto particolarmente attendibile da investigatori, in un interrogatorio contenuto nell’ordinanza del gip del Tribunale di Napoli Egle Pilla relativa all’operazione del Ros dei carabinieri coordinata dalla DDA partenopea che ieri ha fatto luce sull’intreccio tra politica casertana e mafia casalese. L’inchiesta ha portato all’arresto di imprenditori collusi con il clan, e politici, tra cui figurano l’ex sindaco di Caserta Pio del Gaudio, l’ex senatore Tommaso Barbato e l’ex consigliere regionale Angelo Polverino. Il gip ha anche inviato alla Camera dei Deputati una richiesta di arresto ai domiciliari per l’on. Carlo Sarro, per l’accusa di turbativa d’asta. Restina è stato molto vicino a Zagaria: gli ha garantito la latitanza per tre anni, da metà 2005 a luglio 2008, con moglie e figlia, nella sua abitazione di Casapesenna, dove è stato anche trovato un covo­bunker. Nell’ordinanza del gip Pilla vengono riportati i passaggi nei quali Restina conferma l’esistenza del “libro mastro” che ­ racconta ­ Michele Zagaria nascondeva in un foro ricavato dallo stesso Restina in un mobile.

 

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