Il clan capeggiato da Michele Zagaria era capace di infiltrarsi a tutti i livelli istituzionali, dagli enti locali, come il Comune di Caserta, a quelli regionali, passando per le forze dell’ordine. Emerge dall’ordinanza del gip di Napoli Egle Pilla che ieri ha portato all’arresto di 13 persone, tra cui politici come l’ex senatore Tommaso Barbato e l’ex sindaco di Caserta Pio Del Gaudio, e alla richiesta di arresto ai domiciliari alla Camera dei Deputati per l’onorevole Carlo Sarro (accusato di turbativa d’asta). Nella vicenda, infatti, risultano coinvolti anche un carabiniere e un finanziere. Nel provvedimento emergono i rapporti tra un imprenditore e un sostituto commissario in servizio fino a qualche tempo fa alla questura di Caserta, oggi a Napoli. L’imprenditore viene intercettato nel marzo 2013 mentre parla con il suo collega Giuseppe Fontana (arrestato ieri), la cui utenza era sotto controllo: l’imprenditore racconta di un incontro avuto la mattina con l’investigatore in cui si parla di un appalto edile a Marcianise; il costruttore è preoccupato di ricevere la visita di uomini del clan Belforte, il poliziotto prima lo rassicura e poi lo minaccia: “…se per martedì non mi porti quell’assegno che abbiamo detto vengo a sequestrare il cantiere in via Giannone (strada centrale di Caserta)”.