“La presenza sul territorio della Polizia di Stato è sempre un fatto estremamente positivo, specie in luogo simbolo come Casal di Principe (Caserta). Per questo è meglio tenerli aperti i posti di polizia che chiuderli, anche considerando il fatto che la presenza della Polizia di Stato nell’agro-aversano è assolutamente sotto-dimensionata, e che i Casalesi non sono definitivamente sconfitti”. A intervenire sulla vicenda della sezione della Squadra Mobile allocata dal 2008 a Casal di Principe in un immobile confiscato al boss dei Casalesi Dante Apicella, e che la Questura di Caserta è in procinto di chiudere provvisoriamente – vicenda finita alla ribalta dopo articoli di stampa – perché la struttura va messa a norma, è il procuratore della Repubblica di Napoli Nord Francesco Greco. Il suo ufficio inquirente ha competenza proprio su Casal di Principe, sebbene non per reati di camorra, ma per tutti gli altri reati, che spesso sono “spie” dell’attività dei clan. Da Aversa, sede della Procura, pochi chilometri dal comune una volta roccaforte dei Casalesi, Greco lancia l’allarme sul ridimensionamento degli organici soprattutto della Polizia di Stato, un trend che al momento non sembra cambiare in un territorio in cui, ricorda, “c’è un alto tasso di criminalità comune e organizzata. Inoltre a Casal di Principe e nei paesi limitrofi – prosegue – nonostante i tanti arresti di boss e gregari dei clan, la camorra non è ancora sconfitta. La presenza delle cosche è latente, ed emerge proprio grazie al lavoro sul territorio di magistrati e forze dell’ordine. Purtroppo dobbiamo segnalare che il Commissariato di Aversa ha gravi carenze di organico, e non è spesso in grado di svolgere l’importante lavoro di polizia giudiziaria; nel nostro territorio mancano investigatori, e la Mobile di Casal di Principe serviva in effetti proprio a rafforzare il fronte inquirente. L’auspicio è che la presenza della Polizia di Stato sia accentuata, così come sia aumentato l’organico della Procura; al momento a Napoli Nord ci sono 27 sostituti procuratori, contro i 97 di Napoli, per un territorio di un milione di persone, cifra di poco inferiore al bacino di 1,3 milioni di abitanti del circondario partenopeo”.