Una lunghissima vicenda giudiziaria quella che ha visto protagonista il caseificio ‘Santa Rita’, in via Santa Rita a Cubito, che si è conclusa col sequestro e con la revoca del permesso a costruire. In pratica, tutto abusivo. Come risulta dagli atti del Comune, adottati dall’architetto Lello De Rosa, responsabile dell’Area tecnica di Villa Literno Lello De Rosa. Persona di indubbia integrità morale, coinvolta suo malgrado in un’inchiesta riguardante una brutta faccenda di appalti. Successivamente giustizia è stata fatta ed è emersa la sua totale estraneità ai fatti, raccontata ai microfoni di Campania Notizie, l’archiviazione piena di tutte le accuse. La revoca dei permessi a costruire, riguarda alcune modifiche apportate negli anni all’edificio nel 2002, nel 2008 e nel 2010. Tutti rilasciati a Giovanni Nobis, fratello di Salvatore Nobis “Scintill”. Passato agli onori delle cronache per essere uno dei boss del clan dei Casalesi, fazione degli Zagaria. La decisione dell’UTC fa seguito alla sentenza dell’anno scorso che aveva dichiarato l’illegittimità dei permessi, di cui il sequestro preventivo era stato operato dalla polizia su ordinanza del Gip di Santa Maria Capua Vetere nel maggio del 2012. Allora emerse l’illegittimità della concessione edilizia rilasciata il 19 luglio 2002 e dei permessi a costruire del 23 giugno 2005, 25 febbraio 2008 e 9 giugno 2010. Ritenuti tutti non in violazione delle norme e regolamenti edilizi. E sono sono questi ad essere stati annullati dall’integerrimo architetto De Rosa.

Luigi Viglione

 

 

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