Mentre a Roma e nel resto dell’Italia i tassisti scioperano e manifestano soprattutto contro Huber e l’attività ritenuta di concorrenza sleale degli Ncc (Noleggiatori con conducente), a Caserta i 24 tassisti non scioperano per i propri diritti nè protestano contro i 6 Ncc presenti, perché, spiega il segretario generale della Fit-Cisl Pasquale Federico, “a Caserta questa categoria è come se non esistesse, trattata peggio di qualunque altra, senza alcuna attenzione da parte del Comune”. Il sindacalista fa l’elenco delle carenze organizzative che costringono i tassisti a non perdere neanche un giorno di lavoro, “altrimenti non ci si arriva a fine mese”: “lo stazionamento – afferma – è previsto all’esterno della stazione ferroviaria, ma senza controlli da parte dei vigili urbani, e anche per la circostanza che le strisce gialle non sono ben visibili a terra, nell’area parcheggiano tanti cittadini, con difficoltà per i tassisti ad accedere; la sera, con il buio, molto tassisti subiscono inoltre violente aggressioni perché la zona nelle ore notturne è terra di nessuno”. Altre carenze segnalate sono l’impossibilità a fermarsi davanti alla Reggia e agli alberghi per caricare i turisti, la mancanza di un numero telefonico messo a disposizione dal Comune che fornisca un servizio tipo radio-taxi; così i tassisti, in totale autogestione, si sono autotassati creando un proprio sito (serviziotaxicaserta.it) per dar la possibilità ai turisti di potersi muovere senza problemi. In una città che ospita la Reggia Borbonica patrimonio dell’Unesco e che punta molto sul turismo, “i tassisti – prosegue Federico – dovrebbe essere parte di un disegno generale di accoglienza dei visitatori, ed invece sono trattati come l’ultima ruota del carro” conclude il sindacalista.

 

 

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