“E’ lui uno dei tre rapinatori che il 5 giugno scorso mi pestò a sangue”. Ha riconosciuto in aula uno dei propri aggressori Mara Zinzi, figlia dell’ex presidente della Provincia di Caserta e sorella di Giampiero, consigliere regionale di Forza Italia, vittima, nel giugno del 2015, di una violenta rapina nella propria abitazione di Parco Gabriella a Caserta, nel corso della quale fu picchiata barbaramente mentre la figlia piccola veniva tenuta in ostaggio. Oggi, la donna è comparsa come testimone oculare e parte offesa nel processo ad uno dei tre presunti banditi, Andrej Boda (difeso dall’avvocato Antimo Castiello), di nazionalità georgiana; gli altri due, anch’essi originari della Repubblica russa della Georgia, sono tuttora ricercati dalla Squadra Mobile di Caserta. Zinzi (assistita dall’avvocato Vincenzo Domenico Ferraro), davanti al collegio presieduto da Roberta Carotenuto, ha confermato che Boda, il giorno della rapina, si introdusse nella sua abitazione con i due complici. Oggi in aula sono state ascoltate anche le due colf del Kirghizistan in carcere per la rapina, il cui processo si sta tenendo con il rito abbreviato e potrebbe decidersi il prossimo 4 marzo. Entrambe, sia la 22enne Aiperi Turdugulova, la colf presente al momento del raid che avrebbe aperto la porta ai tre banditi, che la connazionale e amica Narghisa, compagna del georgiano ideatore del colpo, hanno detto di non conoscere Andrej. “Mi sono costituita parte civile per evitare che altre donne subiscano le sofferenze che ho subito dopo – ha detto Mara Zinzi – ancora non mi sono ripresa del tutto, sia fisicamente che psicologicamente”.

 

 

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