AVERSA – Rapinavano i tir di derrate alimentari durante il percorso notturno dalle aziende agli esercizi al dettaglio, e poi rivendevano i prodotti a commercianti disonesti. Era un modus operandi collaudato quello della banda di rapinatori smantellata questa mattina dai carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Aversa con il coordinamento del sostituto procuratore di Santa Maria Capua Vetere Manuela Persico e dell’ aggiunto Luigi Gay.
In manette sono finiti, in esecuzione dell’ordinanza emessa dal Gip Marcello De Chiara, il 44enne Isidoro Costantino, Violante Marasco, 30 anni, Bruno Piacente di 35 anni e il 29enne Antonio Pistone, tutti di Napoli, e con precedenti specifici. Tre le rapine di cui il gruppo è stato ritenuto responsabile, avvenute tra agosto e settembre 2010 in tre centri dell’agro-aversano, ovvero Teverola, Carinaro e San Marcellino. Il Procuratore Aggiunto Gay ha detto ai giornalisti che “il ritardo con cui le indagini sono state completate è dovuto al fatto che qui alla Procura di Santa Maria Capua Vetere siamo ormai ai limiti della capacità di poter far fronte ai tanti episodi criminosi che avvengono ogni giorno in questo territorio. I magistrati che se ne vanno (è recente il trasferimento di sette sostituti e 12 magistrati del settore giudicante,) non vengono sostituiti”. Le indagini hanno accertato come i banditi fossero soliti sequestrare gli autisti, che venivano costretti a salire in un’altra vettura, disattivando poi gli antifurti satellitari dei tir con un disturbatore di frequenze, il jammer. Poco dopo il mezzo veniva svuotato, ed i camionisti liberati. Ad incastrare i banditi sono stati i rilevamenti sui tabulati telefonici, che hanno permesso di individuare una prima serie di indiziati, i cui cellulari sono stati messi sotto controllo; nelle telefonate intercettate i 4 non parlavano mai dei colpi ma si davano appuntamento dicendo di “portare la borsa del mare” o la “borsa del trucco”, secondo gli investigatori un chiaro riferimento al jammer. Sul portellone posteriore di un tir rapinato è stata poi rilevata l’impronta digitale di uno dei banditi; il cerchio delle indagini si è poi chiuso con le parziali ammissioni dei responsabili.