SANTA MARIA CAPUA VETERE  – “Non c’era nessuna ragione legittima perché il cancelliere Francesco Izzo consultasse il casellario giudiziario in relazione a Dino Boffo”. E’ quanto ha affermato la responsabile del casellario del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere Lea Biasiucci nel processo in corso di svolgimento davanti al giudice monocratico Paola Lombardi a carico dell’ex funzionario sammaritano imputato per accesso abusivo al sistema informatico in quanto, secondo l’accusa, avrebbe consultato nel marzo del 2009 il casellario alla ricerca di informazioni riservate sull’ex direttore dell’Avvenire.

Il 28 agosto di quell’anno, “Il Giornale” – all’epoca diretto da Vittorio Feltri – pubblicò l’ormai noto articolo su Boffo, che il 3 settembre si dimise dalla direzione del quotidiano della Cei. Nell’udienza di oggi la Biasucci, interrogata dal pm Gianfranco Scarfò, ha confermato che la consultazione illegale, avvenuta il 12 marzo del 2009, fu opera presumibilmente di Izzo, essendo stata utilizzata la sua password per accedere al sistema; il funzionario era inoltre regolarmente in servizio quel giorno. “Quella consultazione a carico di Boffo – ha ammesso la Biasucci – non fu richiesta né dal legittimo interessato né da una pubblica amministrazione”. Due anni fa Izzo su trasferito da S. Maria Capua Vetere in un’altra sede.

 

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