CESA – Sono passati dalle parole ai fatti gli studenti dell’alberghiero di Cesa che, questa mattina, hanno tenuto un presidio nello spiazzo antistante la casa comunale per rivendicare, con forza, le posizioni espresse nel documento diramato nella giornata di ieri.

Gli studenti chiedono al comune di attivarsi affinché la provincia riveda la decisione di chiudere la sede distaccata di Cesa che, dopo la proroga concessa,  con l’arrivo dell’anno nuovo sembra ormai inevitabile. “Siamo in una situazione tragica – afferma una delegazioni di ragazzi – visto che a fine anno dobbiamo sfrattare. Non sappiamo i motivi alla base di questa incresciosa decisione. È mai possibile che l’Amministrazione Comunale in carica non fa nulla per assicurarci quanto meno di concludere l’anno scolastico in corso? Noi ci siamo iscritti sapendo che la scuola per cinque anni sarebbe stata “al sicuro”. Ed invece oggi stiamo per subire un furto inspiegabile del nostro diritto allo studio. Non sappiamo al rientro delle vacanze di Natale dove sarà allocata la nostra scuola, se una nuova sede sarà mai trovata. Ci sentiamo trattati come studenti di serie B, e questo è assolutamente ingiusto ed anticostituzionale. Cosa ancor più assurda sapere che la struttura che oggi ci ospita è stata destinata dall’attuale amministrazione a sede di una biblioteca e di attività ludiche e ricreative per anziani e bambini. Ora noi ci chiediamo con quali criteri e scelte politiche si può mai arrivare a tanto? Senza nulla togliere ai bambini ed agli anziani, in un momento di crisi per la scuola in genere non si sa fare altro che buttare benzina sul fuoco? Noi ci aspettiamo dalle istituzioni provinciali e comunali – concludono gli studenti – un atto di responsabilità che ci consenta di finire l’anno scolastico in questa sede”.

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