Niente soldi, ma maglioni di cachemire e giubbotti griffati per pagare la tangente ad Antonio Iovine, ex boss dei Casalesi ora collaboratore di giustizia, che non ha mai nascosto la sua passione per il lusso e per i vestiti alla moda. Un vezzo che esce confermato anche dall’inchiesta della Dda di Napoli in cui si ipotizza l’esistenza di un patto tra la Cpl Concordia e il clan dei Casalesi per i lavori di metanizzazione nell’Agro Aversano. E’ Giovanni Di Tella, imprenditore aversano considerato vicino a Iovine, detto “O’Ninno”, a raccontare l’episodio ai pm nel corso di un interrogatorio dello scorso 30 aprile. L’impresa di Di Tella era stata inclusa – grazie all’interessamento di Iovine – tra quelle esecutrici dell’opera. In cambio – secondo i patti che gli inquirenti fanno risalire al 1999 – avrebbe corrisposto al clan diecimila lire per ogni metro di rete costruita. “Nel 2006/2007 – si legge nell’ordinanza che riporta le dichiarazioni rese dall’imprenditore – a fronte delle pretese dazioni in denaro da corrispondere a Iovine nelle festività, anzichè versare le previste somme in contanti ho acquistato, su sua sollecitazione e precisa indicazione dell’oggetto, addirittura accompagnate dalla consegna di un depliant, un giubbotto e dei maglioni marca Brunello Cucinelli per un valore complessivo superiore ai 5000 euro”.

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