Altra meta raggiunta, altra monnezza depositata nelle zone periferiche delle città e a ridosso di campi coltivati. Il territorio battuto questa volta è la località Toriello Separiello, attraversata da una piccola stradina, che divide Cesa da Sant’Antimo, ricolma di ogni cosa: materassi, pneumatici, elettrodomestici in disuso, resti di arredamenti, platica, scarti di lavorazione tessile, e gli immancabili amianto e guaina bituminosa. Quest’ultima in enorme quantità. Tanto da rendere difficile ipotizzare in che modo se ne sia formato un accumulo tanto importante senza che nessuno sia mai intervenuto con una bonifica. Semi sotterrata e in bella vista giacciono quintali di guaina da chissà quanto tempo. Ma tralasciando il quadro che ciclicamente si ripete, in questo caso c’è un ulteriore aspetto che ha del tragicomico: la zona dello sversamento, per la parte ricadente nel comune di Sant’Antimo, è stata delimitata con del nastro segnaletico (come se fosse un deterrente per i criminali ambientali) e la stradina è stata ‘chiusa’ con delle sbarre all’inizio e alla fine (rimedio totalmente inutile perché la zona è ugualmente accessibile con estrema facilità). E in ultimo ma non per ultimo siamo rimasti sgomenti davanti a un grande cumulo di rifiuti di varia natura che ‘riposa’ beatamente nelle immediate prossimità dell’isola ecologica, dotata di un bellissimo impianto di video sorveglianza.

Luigi Viglione
(continua…)

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