I Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Casal di Principe hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dall’Ufficio GIP del Tribunale di Napoli Nord, nei confronti di 5 persone, indagate a vario titolo di associazione per delinquere, rapina aggravata, detenzione e porto illegale di armi, furto aggravato. In manette sono finiti Stanislao Cavaliere, Massimo Cavaliere, Umberto De Cesare, Michele Mottola e Carmine Tornincasa. L’indagine, condotta dai Carabinieri anche attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali, ha consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico degli indagati in relazione ai seguenti eventi delittuosi: rapina in abitazione, commessa la sera del 17.02.2015 in Casapesenna, con la seguente dinamica: quattro persone, con il volto coperto e armate di pistola e coltelli, fecero irruzione all’interno della dimora di due anziani coniugi, asportando circa 7.000 euro in contanti e diversi oggetti in oro. Un quinto complice, che fungeva da “palo”, li attendeva all’esterno; rapina presso un distributore di carburanti, commessa la sera dell’8.03.2015 in San Cipriano d’Aversa, con la seguente dinamica: cinque persone, con il volto coperto e armate di coltelli, riuscirono a bloccare un dipendente, asportando circa 1.500 euro in contanti e il telefono cellulare; furto in azienda agricola, commesso la sera 07.04.2015 in Santa Maria La Fossa. Agli indagati è stato contestato anche il delitto di associazione per delinquere: secondo la ricostruzione accusatoria, infatti, i suddetti avevano posto in essere una vera e propria organizzazione al fine di commettere rapine e furti, in abitazioni e presso esercizi commerciali. Il sodalizio aveva la disponibilità di armi da fuoco. Il gruppo criminale, composto da giovani residenti di Casal di Principe – alcuni dei quali con legami diretti di parentela – si avvaleva del contributo di “basisti”, che fornivano elementi utili alla realizzazione dei fatti criminosi. In occasione della rapina commessa il 17.02.2015 a Casapesenna, ad esempio, i rapinatori avevano la disponibilità delle chiavi del primo portone d’ingresso ed erano in possesso di informazioni precise sui beni da asportate e sulla ubicazione dei locali. I cinque provvedimenti restrittivi – 4 di custodia cautelare in carcere e 1 di arresti domiciliari – sono stati notificati nei confronti di indagati tutti liberi.

 

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