La ditta vicina al cognato del boss gestiva direttamente ‘la sicurezza’ dei mezzi di soccorso. E’ questo di uno degli scenari che è emerso dall’ultima indagine portata avanti dai carabinieri del reparto territoriale di Aversa e che ha condotto, tra gli altri, anche all’arresto di Enrico Verso, cognato di Raffaele Bidognetti, una volta erede designato di Cicciotto ‘e Mezzanotte ora pentito. E’ proprio lui l’uomo sul quale si focalizzano fin dal 2010 le attenzioni dei pentiti sul fronte delle infiltrazioni della malavita nell’affare della sicurezza e nei servizi di vigilanza privata. Tra i primi a parlarne è Giovanni Mola, di Parete, proprio come gli altri protagonisti delle sue dichiarazioni. E’ lui a svelare accordi e strategie finite, poi, insieme ad altri verbali nell’ordinanza notificata a luglio. “Il gruppo Bidognetti aveva una propria società di vigilanza i cui servizi venivano imposti ai vari esercenti. Tra questi anche la ditta della gestione della ambulanze doveva fruire del servizio per il capannone dove erano custoditi gli automezzi” spiega Mola alla Dda. “Noi del gruppo Bidognetti imponevamo la società di vigilanza anche fuori dal territorio specifico di competenza, ciò in quanto uno dei soci di Enrico Verso, cognato di Raffaele Bidognetti, era di Qualiano. La stipula dei contratti di vigilanza era una sorta di imposizione estorsiva effettuato con lo stesso sistema che ho già illustrato per il settore del caffè. Il servizio di vigilanza veniva espletato anche fuori dalla sfera territoriale del clan e in particolare nella zona di Varcaturo. Non so se tale influenza era possibile grazie solamente ai buoni rapporti tra i Mallardo e i Bidognetti o perché in quella zona i Mallardo non avevano una propria società di riferimento.”