Solo pochi stabilimenti in Italia, dislocati soprattutto in Piemonte, Toscana e Sicilia, sono in grado di lavorare la pirite, ovvero il minerale i cui residui di lavorazione in altiforni è stato rinvenuto in grandi quantità insieme a rilevanti tracce di piombo nel sottosuolo dell’ex cava di tufo in località Masseria Monti a Maddaloni (Caserta). E’ uno degli elementi che emergono dalla relazione,
i cui risultati nel dettaglio dovrebbero essere diffusi nei prossimi giorni, depositata dal consulente tecnico della Procura del Repubblica di Santa Maria Capua Vetere e basata sui prelievi di acqua e terreno effettuati nei mesi scorsi nel sito. Altri prelievi, effettuati però dai tecnici Arpac nella stessa area, avrebbero inoltre accertato la presenza anche di benzene e toluene.
Dai carotaggi realizzati è emerso che la profondità della discarica supera i dieci metri e che negli anni è stata riempita con materiale proveniente da aziende dislocate in tutta Italia. La pirite è una lega naturale formata da ferro e zolfo è impiegata per produrre acido solforico e per l’industria siderurgica, le cui ceneri, ad alto contenuto di ossido di ferro e molto tossiche e cancerogene, sono materie prime utilizzate dai cementifici.