Dopo gli arresti della settimana scorsa dei tre poliziotti del commissariato di Marcianise (Caserta) coinvolti nell’inchiesta su un traffico di droga gestito da clan Belforte, l’attenzione degli inquirenti della Dda di Napoli si sta spostando sulla presunta ‘talpa’ che avrebbe rivelato ai tre l’esistenza dell’indagine a loro carico. La circostanza su cui gli investigatori sono intenzionati a fare luce è emersa nel corso degli interrogatori di garanzia a cui sono stati sottoposti in questi giorni gli indagati, tra i quali figurano i tre poliziotti, difesi dall’avvocato Mariano Omarto. Dall’ordinanza di arresto firmata dal Gip di Napoli è infatti emerso che i tre agenti, nel marzo 2014, vennero informati probabilmente da un collega dell’indagine a loro carico e qualche giorno dopo individuarono e rimossero dall’auto di servizio la microspia piazzata dalla Squadra Mobile di Caserta, che stava indagando. Nel corso degli interrogatori, gli agenti Alessandro Albano e Domenico Petrillo hanno ammesso di aver falsificato le relazioni di servizio per riscuotere straordinari non dovuti e di aver accompagnato con l’auto della polizia Gigi D’Alessio alla presentazione di un suo disco a Napoli, ma non di aver fatto sesso nel Commissariato né di aver favorito il clan; mentre l’assistente della Polizia Nunziante Camarca, accusato anche di aver ceduto dosi di droga per conto di uno degli organizzatori dello spaccio, l’elemento del clan Belforte Donato Bucciero, si è avvalso della facoltà di non rispondere.

 

 

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