Tra il 1999 e il 2003, la camorra casalese ha guadagnato dieci euro su ogni metro di tubo interrato per trasportare il metano in sei comuni casertani, tra cui i centri roccaforti del clan, come Casal di Principe, Casapesenna e San Cipriano d’Aversa. Lo racconta il pentito Antonio Iovine, ex primula rossa e capoclan dei Casalesi, all’udienza del processo in corso al tribunale di Santa Maria Capua Vetere che vede imputato per concorso esterno in associazione camorristica il consigliere regionale Enrico Fabozzi, ex sindaco di Villa Literno, altro comune dove i lavori furono eseguiti da una ditta indicata dal clan. La deposizione è del giugno scorso, ad appena un mese dal pentimento di Iovine. L’ex boss parla del comune di Frignano, dove il lavoro in subappalto viene eseguito dalla società di Giovanni Di Tella. ”Che accordo ha fatto con questo imprenditore?” chiede il pubblico ministero della DDA di Napoli Antonello Ardituro. ”Ho fatto l’accordo di riconoscermi 10 euro al metro, che in totale risultava sui 300 mila euro, 300 e qualcosa, poi sicuramente mi sarò fatto dare qualcosa in più, ma era questo l’accordo che avevamo” spiega Iovine che poi ricostruisce l’accordo spartitorio sui lavori avvenuto tra i capiclan con la regia di Michele Zagaria. L’appalto era stato vinto da una ditta modenese, la Concordia; tale azienda, riferisce Iovine, “è in un certo senso assoggettata a una impresa di Casapesenna, che si chiama Piccolo, Piccolo Antonio, amico imprenditore di Zagaria Vincenzo sicuramente… Zagaria Michele!… e questo imprenditore di Casapesenna ha iniziato un discorso con Zagaria mettendo a disposizione tutto il subappalto di questi Comuni. Semplicemente presentando al Comune di appartenenza un nominativo di un imprenditore. All’attenzione del sindaco. Il quale sindaco dovrebbe in un certo senso fare delle domande, chiedersi se questo imprenditore è affiliato oppure è conoscente, oppure che cosa può succedere se magari qualcuno… non lo so, fare delle domande”. – Iovine fa quindi i nomi delle ditte. ”Iniziamo da Casal di Principe – racconta Iovine – l’ha portato avanti Claudio Schiavone con l’intesa, con la famiglia Schiavone di farsela per conto loro. Io dico per conto loro perché immagino che gli ha portato tutto il guadagno di questa cosa, perché poi i guadagni erano abbastanza elevati, i prezzi erano tutti ben calcolati. Cioè è stata una operazione ben calcolata. Villa Literno è stata affidata sempre a Claudio Schiavone, con riferimento ai Bidognetti. Quindi automaticamente, tolte le spese, tolte tutte le cose, doveva fare riferimento Bidognetti per quanto riguarda il guadagno. Casapesenna era lo stesso Antonio Piccolo a fare questa cosa. San Marcellino era Di Bello Nicola, per conto di Zagaria. Frignano Maggiore era Giovanni Di Tella, per conto mio. Villa di Briano lo stesso Piccolo Antonio, sempre per conto di Zagaria. Chiaramente erano divisi per chilometro, quindi diciamo che in una sorta di spartizione, chi più, chi meno, ha avuto ognuno la sua parte. A San Cipriano c’è stato Pirozzi Pietro che ha eseguito i lavori. E che è un cugino del sindaco di San Cipriano d’Aversa, del sindaco di allora, Reccia Angelo. Il sindaco precedente. E quindi l’abbiamo stabilito noi, chiaramente con la disponibilità della ditta madre che era la Concordia”.