Scontro in aula tra accusa e difesa di Nicola Cosentino, durante il processo che vede imputato l’ex sottosegretario del Pdl per concorso esterno associazione mafiosa. Il contrasto tra il pm Alessandro Milita e il legale Agostino De Caro riguarda la vicenda Impregeco, la società creata nel 2002 dai consorzi Napoli1, Napoli3 e Caserta4 e che, secondo l’accusa, doveva servire nelle intenzioni dell’ex politico a gestire l’emergenza rifiuti al posto della Fibe nel caso di rescissione del contratto che quest’ultima aveva con il Commissariato allora guidato dal Governatore Antonio Bassolino. ”C’è stata trattativa tra schieramenti di centro-destra e centrosinistra per la costituzione del cda di Impregeco?”, chiede De Caro al pentito Giuseppe Valente, ex presidente di Impregeco e del Ce4 provocando l’immediata reazione del pm. “Premesse errate, che c’entrano gli schieramenti?, contano le persone”, afferma il pm. Valente, che oggi ha concluso la sua deposizione dopo ben undici udienze tra esame e controesame, risponde che ”gli accordi non furono presi a livello provinciale o regionale ma intercorsero tra Cosentino e i sub-commissari Paolucci e Facchi, e il primo mi indicò come presidente”. ”Ma come fa a dire che non ci fu trattativa tra schieramenti se poi era previsto un avvicendamento alla presidenza tra lei che rappresentava il centro-destra e Giacomo Gerlini (ex presidente Napoli1) che era espressione del centro-sinistra”. “Mi oppongo”, dice ancora Milita. “Lei non può opporsi ad ogni domanda, presidente mi tolga la parola e me ne vado”, ribatte l’avvocato De Caro. Solo dopo qualche minuto la situazione torna calma. “Si, – replica Valente – in effetti dopo due anni di presidenza fui sostituito da Gerlini”. Valente, rispondendo poi alle domande anche dell’altro legale Stefano Montone, spiega che “il progetto Impregeco non fu portato a termine”. “Mi sembra che non sia mai iniziato questo progetto”, chiosa il difensore.

 

 

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