Disattesa dal giudice la richiesta del pm antimafia Maurizio Giordano di condanna a 6 anni e 8mesi di reclusione per Giuseppe Inquieto, ritenendo insufficienti le prove relative al coinvolgimento nell’inchiesta. Il gup del tribunale di Napoli, con il rito abbreviato, ha assolto dall’accusa di intestazioni fittizie a favore del clan dei Casalesi l’imprenditore aversano, Giuseppe Inquieto, coinvolto insieme al fratello Nicola, impegnato in affari in Romania e con il quale condivideva la stessa accusa.
A giudizio, con il rito ordinario, Mario Nobis, 37 anni, il padre Salvatore, Giovanni Nobis, 57 anni e Rita Fontana, 52 anni tutti di San Cipriano d’Aversa. Si trattava di un altro stralcio del processo nell’ambito dell’inchiesta sul clan Zagaria che aveva portato in carcere i fratelli aversani Nicola (in carcere e sotto processo a Napoli Nord) e Giuseppe Inquieto, a piede libero. Secondo la procura antimafia, Mario Nobis avrebbe fatto da tramite tra il padre ed altri affiliati del clan mentre lo stesso era detenuto ed ha collaborato con gli Inquieto per alcune iniziative imprenditoriali in Romania. Rita Fontana e Giovanni Nobis, invece, avrebbero reimpiegato fondi provenienti dal gruppo Zagaria nel caseificio di cui sono soci.

 

 

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